L'arresto dei presunti assassini del piccolo Cocò, il disvelamento dei drammatici particolari di quella che è stata una fredda esecuzione mafiosa che non si è fermata neanche davanti all'innocenza di un bambino, rappresenta, a mio avviso, un vero e proprio punto di svolta della lotta alla 'ndrangheta in Calabria.
L'omicidio di Cocò ha costituito una profonda rottura culturale che ha definitivamente isolato le organizzazioni criminali anche da quei ristretti settori della società dove ancora godevano di una forma, sia pur distorta, di "rispetto".
Dopo la barbara uccisione di Cocò, infatti, è stata definitivamente distrutta l'immagine di una criminalità organizzata che seguiva comunque una qualche forma di "codice d'onore".
La grande messa tenuta da Papa Francesco proprio a Cassano allo Ionio, durante la quale furono pronunciate le parole di scomunica dei mafiosi, è stata il punto più alto della reazione della società calabrese che oggi trova, nella brillante operazione della DDA di Catanzaro, il suo felice coronamento.
Nel rivolgere un sentito ringraziamento agli inquirenti ed alle forze dell'ordine che hanno assicurato alla giustizia i presunti autori di quella barbara strage, non possiamo non guardare al futuro con la speranza che la 'ndrangheta in Calabria possa essere sconfitta definitivamente non solo sul piano repressivo ma anche nella coscienza di alcuni settori della società.