Firmato dai Ministeri competenti, dall’Agenzia della coesione territoriale, dalla Regione Calabria e dal Comune di Longobucco capofila, l’accordo di programma quadro per l’attuazione della strategia per l’area interna Sila e Presila crotonese e cosentina. Un risultato che pone le premesse per il rilancio e l’uscita dalla marginalità di questo territorio che si estende nell’entroterra compreso tra la costa ionica e l’altopiano silano. La dotazione finanziaria per l’attuazione della Strategia d’Area è di 13,17 milioni di euro a valere sulla legge di bilancio e sul FSC Calabria a cui si aggiungono le risorse dei Gal per le aree interne. 

A lavorare alla stesura del documento di strategia ed alla definizione delle schede dei 45 interventi progettuali previsti il Direttore del Gal Sila Sviluppo, referente tecnico dell’area Francesco De Vuono 

Le Aree Interne sono caratterizzate da indicatori di declino demografico, rarefazione dei servizi essenziali (salute, istruzione, accessibilità) e abbandono del territorio e del patrimonio edilizio. La Strategia Nazionale investe per invertire queste dinamiche e riportare queste Aree al centro del rilancio del Paese disegnando congiuntamente i servizi e il progetto di sviluppo in funzione dei fabbisogni e delle potenzialità locali. 

La vision «che si intende rilanciare – si legge in una nota dal Gal Sila -, attraverso la strategia per la Sila e la Presila, si riassume nell’Idea guida “Un distretto del cibo per le terre jonico silane”, ossia un territorio che persegue uno sviluppo fortemente connotato dall’eco-sostenibilità e dove gli elementi di qualità della vita che lo caratterizzano, come l’elevata qualità ambientale e la sua salubrità, la ricca presenza di risorse naturali ed il saper fare locale, diventano volani per lo sviluppo di nuova imprenditorialità locale chiamata a valorizzazione in modo integrato e sostenibile le risorse peculiari di questo territorio rurale (paesaggio, cultura, ambiente, legno, prodotti agricoli)». 

«I due settori trainanti che la Strategia intende rafforzare – continua la nota -, sono l’agricoltura biologica – che punta a rafforzare le filiere legate a specifiche produzioni locali ovvero l’olivicoltura, la viticoltura e la zootecnia, il secondo il turismo slow – che punta a valorizzare gli elementi paesaggistici di cui l’agricoltura è in gran parte artefice, mettendoli in rete con i beni ambientali e storico-culturali del territorio». 

«Su di essi s’innesta il lavoro da svolgere sul rafforzamento del capitale cognitivo, centrato sul sistema scolastico e della formazione, chiamato a innovare l’identità locale creando nuove conoscenze sulla storia locale e generando nuove competenze per le generazioni future, in particolare sulla capacità di “leggere” l’ambiente e il paesaggio, recuperare i saperi legati all’agricoltura e all’enogastronomia, accrescere le capacità imprenditoriali legate all’accoglienza di turisti e viaggiatori. Affianco di ciò - si legge ancora nella nota del Gruppo di azione locale Sila -, gli interventi previsti per il sistema di protezione sociale e sanitaria, che vanno nella direzione del potenziamento della medicina territoriale, avranno il compito di assicurare condizioni di vita dignitose, essenziali per contrastare lo spopolamento e i gravi divari di cui l’area soffre; mentre al sistema di mobilità sostenibile – da e per il territorio così come al suo interno – compete evitare il prodursi di situazioni di isolamento, specie di determinate categorie sociali (i giovani, i disabili, gli anziani), migliorando le opportunità di conciliazione dei tempi di lavoro e di vita; ma anche favorire l’accessibilità del territorio ai turisti, in particolar modo ai “viaggiatori lenti” (escursionisti, ciclo-escursionisti, “pellegrini”, “viaggiatori – ricercatori di saperi, sapori e suoni”»