Polemica con il collettivo Fem.in: «Non può e non deve essere un confusionario momento di avvio per un'ipotetica discussione futura in cui si sommano tutte le differenze e gli assi di discriminazione, neutralizzandosi in un nulla indistinto»
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Arcigay "Eos" Cosenza non ci sta. Decide di disertare il Pride 2021, in polemica con il collettivo Fem.in che ha organizzato l’evento nel capoluogo bruzio. Pur riconoscendo, come scrive in una nota, «l'importanza di prender parte all'onda pride, che nel mese di giugno investe l'Italia ed il mondo, e nel rivendicare l'importanza storica e politica del pride», la decisione è quella «di dissociarsi e non aderire all'evento “Cosenza Pride 2021 - La periferia invade la città”, organizzato da Fem.in attraverso la pagina di Invasione Queer».
Una scelta non facile, precisa Arcigay, ma «dettata dalla volontà di rispettare la storia del pride e del nostro percorso politico, che nel 2017 assieme al Comitato Cosenza Pride ha dato vita al primo pride della città».
«Per quanto questa decisione ci riempia di rammarico – spiega la nota – le nostre motivazioni son ben precise, ma partiamo dalla ragione che più ci ha feriti: Arcigay Cosenza e le altre realtà Lgbtqia+ del territorio, di fatto, non sono state coinvolte dal comitato organizzativo dell'evento. Durante un incontro con la delegazione di Fem.in, nella veste di portavoce del comitato organizzativo, Arcigay Cosenza si è detta interessata ed entusiasta nel costruire dei progetti comuni su tematiche condivise con altre realtà cittadine, a patto però che venissero precisate e discusse in sede assembleare alcune istanze». Istanze che però, «nonostante l'incontro si sia concluso con spirito collaborativo», si legge ancora, «la delegazione ha deciso di ignorare lanciando l'evento pochi giorni dopo senza alcun confronto».
«Inoltre – prosegue Arcigay – considerando l'utilizzo della parola pride una forma di appropriazione di una lotta politica già esistente e ben definita: se chiunque può utilizzare la parola pride, è bene ricordare che il rispetto verso le battaglie si esprime anche rispettandone le storie».
«Il pride - continua - nasce per rivendicare la propria identità ed il proprio diritto di esistere distruggendo le gabbie dell'oppressione sociale, che hanno determinato abusi e violenze contro i membri della comunità Lgbtqia+ e sebbene con l'approccio intersezionale, riconosciamo che le persone vivano molteplici discriminazioni a causa dell'intersezione di identità multiple, ma un pride, che tale vuole essere, deve mettere al centro le tematiche della comunità Lgbtqia+. Il pride non può e non deve essere un confusionario momento di avvio per un'ipotetica discussione futura in cui si sommano tutte le differenze e gli assi di discriminazione, neutralizzandosi in un nulla indistinto».
«In mancanza di tali presupposti e di un documento in cui sia esplicato in modo chiaro e preciso la posizione assunta sulle tematiche prese in carico dal comitato dell'evento “Cosenza Pride 2021 - La periferia invade la città” - conclude la nota - Arcigay Cosenza si prende la responsabilità di dissociarsi in maniera netta. Crediamo che associare queer e pride sia una contraddizione in termini: da un lato il pride rivendica e difende l'esistenza di alcune soggettività specifiche, come le persone omosessuali, lesbiche, trans, intersessuali, asessuali e qualunque altra soggettività presente nello spettro delle identità di genere e degli orientamenti sessuali; dall'altro lato l'uso della parola queer mira a decostruire le identità di genere e gli orientamenti sessuali e non a rivendicarle».