Nella Valle del Torrente Canne, non lontano dal centro storico di Nicastro, a Lamezia Terme, sorge l’Antico Mulino delle Fate, che da oltre un secolo versava in uno stato di completo abbandonato, appartenente alla Via dei Mulini, come altri 15 che ne esistevano a Nicastro.

Il luogo, da sempre considerato pieno di magia e mistero, è stato restaurato da due ingegneri lametini, ed è ora a disposizione di un’intera comunità.

Il progetto dell’Antico Mulino delle Fate

Fabio Aiello e Anna Filardo, ingegneri originari di Lamezia ma residenti in Svizzera, facendosi ispirare anche dalla bellezza del bosco che circonda il luogo, hanno comprato il rudere, ristrutturandolo e facendo sì che tornasse ad essere funzionante.

Grazie agli accurati lavori di restauro è stato possibile recuperare inoltre l’antico palmento, costituito da macine in pietra francese, con tutti i suoi meccanismi originali ancora perfettamente funzionante. Un progetto, nato otto anni fa, che prevedeva il restauro completo del mulino in tutte le sue parti, anche nella parte meccanica, rendendolo in grado di produrre farina.

«Abbiamo sentito fino in Svizzera la presenza dello spirito di Gelsomina, fata che secondo la leggenda abita ancora questo luogo, che non voleva scomparire, e non abbiamo potuto sottrarci dal suo richiamo, che ci ha spronati ad impegnarci per Lamezia» dicono Anna e Fabio.

Dall’amore per la Calabria un percorso didattico per bambini

Un atto d’amore disinteressato che si è realizzato grazie alla combinazione di tre elementi fondamentali: la preparazione tecnica che contraddistingue i due professionisti, l’indipendenza economica, in quanto hanno compiuto questo lavoro senza nessun contributo, e un amore smisurato per la Calabria.

Prezioso inoltre è stato l’aiuto spontaneo e volontario dell’artista Maurizio Carnevali, dello storico Francesco Polopoli e dello scrittore Francesco Bevilacqua, grazie ai quali i due ingegneri hanno realizzato un libro illustrato che racconta la leggenda della fata Gelsomina e del mulino, che ancora oggi si tramanda nel quartiere di Niola.

«Questo luogo nasce per fini culturali e didattici e non a scopo di lucro». Infatti anche se in possesso di tutti i requisiti necessari che permettono di vendere la farina, si è scelto volontariamente di cederla a fronte di una piccola offerta.

Vari sono poi i percorsi didattici creati per scuole, che permettono ai più piccoli di fare un’esperienza nella natura, educandoli alla bellezza, facendo acquisire loro consapevolezza sul patrimonio naturale locale e competenze fondamentali per la vita.

Consapevoli che il fine didattico sia più importante del mero interesse economico, Anna e Fabio si prodigano a venire incontro a tutte le esigenze, sia economiche che personali, accettando un contributo simbolico durante le visite guidate per i più piccoli. A loro infatti sono dedicati alcuni eventi serali a lume di candela, dove viene raccontata la leggenda di Gelsomina.

L’associazione culturale Antico Mulino delle Fate

Per arricchire l’opera che avevano in mente, i due coniugi hanno pensato di inserire in un quadro di per sé già pittoresco due asinelli, che sono ormai parte integrante del progetto, e di acquisire tutto il bosco circostante, custode di storie e racconti che si tramandano da secoli.

Per poter permettere una piena fruizione di questo luogo, è stata costituita un’associazione culturale che gestisce il mulino e tutti gli eventi ad esso connesso.

«Sono consapevole che quel posto non è mio ma appartiene a tutti i calabresi e alla Calabria, ed è per questo che qualsiasi evento è a porte aperte» conclude uno degli ideatori del progetto, che insieme a sua moglie spera un giorno di ritornare nella propria città per poter raccontare in prima persona la favola di Gelsomina e poter fruire a pieno della magica esperienza del mulino delle fate.