L’amministrazione comunale ha avviato un progetto che mira a raccontare le tradizioni del paese attraverso i nuovi canali di comunicazione, capaci di raggiungere e catturare l'attenzione soprattutto dei giovani
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Antico e moderno, vecchio e giovane, tradizione ed innovazione: trovare un punto di congiunzione tra passato e presente non è impresa semplice. Lo sanno bene i libri impolverati delle biblioteche che raccontano di usanze ormai tramontate e di costumi che hanno perso aderenza con l'attualità. Quando gli anni si mettono di mezzo diventa più complicato tramandare e trasferire alle nuove generazioni codici e norme arrivati da lontano. Una difficoltà resa ancora più evidente dal processo di globalizzazione che in molti casi porta a sbiadire le peculiarità dei territori, le sfumature culturali, per tratteggiare una diversa e meno dettagliata visione d'insieme.
A Girifalco, cittadina della provincia di Catanzaro, l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Pietrantonio Cristoforo, su iniziativa del consigliere comunale con delega alla memoria storica Delia Ielapi e del vicesindaco con delega al marketing territoriale Alessia Burdino, per non mollare la presa dagli archivi della storia ha dato avvio ad un progetto che mira a raccontare le tradizioni del paese attraverso i social, canali di comunicazione capaci oggi di raggiungere e catturare l'attenzione dei giovani in maniera più agevole ed immediata. Ad inaugurare il ciclo di filmati e focus specifici è stato recentemente un approfondimento sulla tradizione calabrese della "Corijisima", rinnovata nel periodo quaresimale, pubblicato sulle pagine social dell'ente comunale.
La Corijisima
Con il termine "Corijisima" si indica una bambola di pezza, realizzata con vecchie stoffe rattoppate e dagli occhi, bocca e naso cuciti con un filo. La pupattola viene mostrata nella notte della morte di Re Carnevale, ossia il mercoledì delle ceneri, davanti l’ingresso delle abitazioni o sui balconi di alcuni piccoli borghi calabresi. Tra questi, proprio Girifalco. La sua funzione è quella di scandire il tempo in attesa della resurrezione di Cristo. Con in testa una patata, un mandarino o un'arancia su cui vengono conficcate sette penne di gallina, sei nere e una bianca, ciascuna delle quali viene sfilata ogni domenica fino al giorno di Pasqua, la bambola accompagna silenziosamente le famiglie verso la gioia per il ritorno alla vita di Gesù. A mostrare la preparazione della "Corijisima" in un video pubblicato dal Comune è il giovane artigiano girifalcese Rocco Vitaliano, da anni impegnato a cucire e confezionare la tradizionale bambola. Un talento e un'arte divenuti motivo di orgoglio per l'intera comunità e speranza per il mantenimento e la salvaguardia delle antiche tradizioni tessili del territorio.
«Bisogna parlare il linguaggio dei giovani e arrivare a loro se vogliamo che le tradizioni vadano avanti e possano avere una continuazione, un futuro - commentano Ielapi e Burdino, promotrici dell'iniziativa -. Quello che facevano i nostri nonni può apparire antiquato se non attualizzato attraverso i social. Questo l'intento dell'amministrazione comunale che attraverso il passato vuole promuovere il territorio per creare allo stesso un futuro».
Un'occasione quindi che consente ai ragazzi di conoscere ciò che è stato e al passato la possibilità di ripartire con un click.