Il giovane di San Lucido è tetraplegico e vive in carrozzina, ma per lui i limiti non esistono. Dopo aver conseguito una laurea in Giurisprudenza ed essersi appassionato alla scrittura, ora insegue un nuovo sogno: percorrere dodici tappe in dodici giorni da Laino a Reggio
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Cos’è la disabilità? Dove finisce la “normalità” e dove comincia la diversità? Da qualche giorno, noi di LaC News24 non lo sappiamo più, perché ci siamo imbattuti nella storia di un giovane, Salvatore Cristiano Misasi che ci ha mandati letteralmente in “confusione”. Cristiano ha 27 anni, è tetraplegico dalla nascita, vive sulla sua inseparabile carrozzina e da quel pezzo di paradiso in cui è immersa la sua casa, che affaccia sul mare di San Lucido, non solo manda in frantumi stereotipi e pregiudizi sociali sulla sua condizione, ma ha sparigliato pure le carte della scienza. Cristiano, (intervistato dal nostro direttore Franco Laratta qualche giorno fa), ha una laurea in Giurisprudenza, è appassionato di scrittura e con la forza di un uragano a vent’anni ha conquistato la sua autonomia. Prima aveva bisogno di aiuti per fare tutto, aveva bisogno di assistenza costante, oggi, grazie alla sua caparbietà conduce una vita che noi comuni mortali definiremmo “normale” e che invece è quella straordinaria di un ragazzo fuori dal comune.
Noi lo abbiamo incontrato perché Cristiano il prossimo 1° giugno compirà un’impresa ardua: percorrere tutta la Calabria in handbike, una speciale macchina, una sorta di bicicletta a tre ruote, che funziona a comandi manuali. La partenza è prevista da Laino Borgo, l’arrivo sul lungomare Falcomatà di Reggio Calabria, dodici giorni dopo e altrettante tappe. «L’ho visto fare a un mio amico di Milano, Alessandro Villa. La sua avventura è diventata un documentario. Lo guardo sempre quando sono giù di morale. Poi mi sono detto: perché io no?».
La preparazione
Cristiano si allena già da mesi per riuscire nel suo intento, affiancato dal suo preparatore atletico, il professor Luigi Amato da Roggiano Gravina, e del suo amico fidato, il fisioterapista Luigi Novello: «Per me – ci dice quest’ultimo – è un fratellino più piccolo. Non è mai stato solo un paziente. Ora mi ha coinvolto in quest’altra avventura, perché di avventura si tratta, e io gli starò sempre vicino».
Cristiano e il dottor Novello si conoscono da sempre e se oggi questo progetto, “Il Brigante in handbike” è diventato realtà, è merito della scienza, sì, ma anche del legame che li unisce anche al di fuori dello studio medico. «In questa fase – continua – il mio compito è quello di mantenere la sua spasticità più elastica possibile. Lo sto facendo grazie a un mio metodo innovativo, quello del dermomagnetismo statico, che dà ottimi risultati. Lui è un ragazzo intelligentissimo, che vive di stimoli e moralità».
Il legame con la famiglia
«Io sono nato in questo corpo – ci dice invece Cristiano, mentre cerchiamo di capire come gli sia venuta in mente l’idea – non mi pesa. Adatto qualsiasi cosa, qualsiasi oggetto alle mie esigenze e cerco solo di rendere tutto più semplice. Ho colto un potenziale nella sedia a rotelle». Lo fa con l’aiuto della meccanica, perché così gli ha insegnato suo padre, Ciccio Misasi, imprenditore e indimenticato pilota che tra gli anni ’60 ’70 ha fatto innamorare migliaia di tifosi con le sue corse automobilistiche, conquistando ben dieci campionati di “Coppa Sila”.
Suo padre è mancato qualche anno fa, ma la sua eredità, il suo ricordo, sono più vivi che mai. «Mi diceva che niente è impossibile, mi ha trasmesso autostima, mi ha insegnato che con la meccanica avrei potuto fare tutto». E aveva ragione. Ora suo figlio sta per mettere in pratica i suoi insegnamenti, sfidando persino la sorte.
In questo percorso lo affiancherà anche sua madre Loredana che, mentre parla, lo guarda come fosse l’ottava meraviglia del mondo. «Mentre mio padre mi ha insegnato a non mollare mai – ci dice ancora Cristiano – mia madre è riuscita ad evolvere la mia parte più sensibile, più riflessiva, mi ha spinto a studiare, mi ha fatto appassionare alla scrittura».
L’amore per la Calabria
Superare i suoi limiti non è l’unico motivo che l’ha spinto a intraprendere questo viaggio. «Con questa mia follia vorrei raccontare la disabilità, far capire a tutti che la mia è una vita normale. Voglio donare questa mia prospettiva, che seppur semplice, non è comune e voglio anche permettere a questa terra di aprire a un turismo di massa che possa accogliere le persone nelle mie stesse condizioni. Io amo la Calabria dal profondo del mio cuore e so che ha un grande potenziale, ma è ora che lo tiri fuori».
L’amore per la sua terra è ricambiato. Quando i suoi conterranei hanno saputo del suo progetto, aziende e imprenditori hanno fatto a gara per sostenerlo. «Sto ricevendo grande supporto. Devo ringraziare, in particolare, l’imprenditore Pasquale Inzitari».
Cristiano ha anche lanciato una raccolta fondi a sostegno del progetto “Il Brigante in handbike”, pubblicata sulla piattaforma ilbullone.org.
Il sogno di diventare giornalista
Tra le tante passioni di Cristiano, dicevamo, c’è anche quella della scrittura e uno dei suoi sogni è quello di diventare giornalista ed entrare a far parte della grande famiglia di LaC News24. «Cosa posso dirle, direttore Laratta – dice ai nostri microfoni, lanciando un appello al direttore responsabile -, se ha l’opportunità di concedermi un ruolo nella sua meravigliosa redazione, io l’accetto volentieri».
Da quel che ne sappiamo, il direttore Laratta ha ascoltato l’appello e gli sono venuti gli occhi lucidi. Chissà…