La storia dell'Aurum Deum, vino dolce prodotto solo in bottiglie da 50 Cl, e dei vitigni profumati dal vento della Costa degli Dei.
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È con lo zibibbo Aurum Deum, loro prodotto di punta, che hanno conquistato la Grande Medaglia d’oro al Concorso Città del Vino in Piemonte, ma le loro produzioni orbitano anche su decisi vini rossi, bianchi e rosati. Stiamo parlando di Cantine Artese, azienda vinicola sul territorio di Porto Salvo, in provincia di Vibo Valentia, nata nel 2009 da Antonio Artese, e passata da qualche anno in mano a Giovanna e Gregory, i figli, e Leo, il genero.
Ad avere la passione per l’agricoltura era il nonno dei due giovani Artese, che possedeva anche qualche filare di vite, alla cui cura si è dedicato Antonio, principalmente da giovane, quando aveva una piccola cantina che metteva a disposizione per gli amici, per poi dare vita ad una vera e propria azienda, gestita dai giovani della famiglia dal 2015.
A Porto Salvo, a pochi chilometri da Vibo Marina, c’è la cantina dove avviene la trasformazione mentre i vigneti si trovano a Zambrone, a 150 metri slm, dove si producono lo zibibbo secco e il passito e dove sono presenti anche altri vitigni locali, come il Calabrese, il Malvasia, il Magliocco Canino, e altri vitigni internazionali.
«A Zambrone fino a qualche decennio fa esisteva una forte tradizione dello zibibbo. In molti lo producevano in casa, era dolciastro e dorato a differenza di quello attuale che è secco e si può accompagnare a diverse tipologie di piatti. Ma purtroppo non ci sono scritti, tutto è stato tramandato oralmente – dice Giovanna che gestisce l’azienda dal 2017 – il nostro desiderio è quindi quello di riprendere i vitigni locali».
Nel 2020 nasce la prima annata di zibibbo dolce, molto particolare, ricco di profumi e dal colore ambrato, che si accompagna bene a diverse tipologie di dolci, soprattutto secchi, ed è perfetto anche da consumare a fine pasto senza accompagnamento.
Ed è stato proprio grazie all’Aurum Deum, prodotto volutamente solo in bottiglie da 50 cl, che Cantine Artese si è aggiudicata il più alto riconoscimento al concorso Città del Vino, in provincia di Cuneo, rientrando così tra le cinque aziende calabresi che hanno ottenuto la Gran Medaglia D’oro, con un punteggio di 93,2 su 100.
«L’etichetta, l’ultima nata, ci ha messo un po’ ad arrivare, ma abbiamo voluto aspettare per ottenere il risultato che volevamo. Il nome significa “oro degli dei”, e prende spunto dalla nostra costa così chiamata» aggiunge ancora Giovanna, che confessa la sorpresa provata nel ricevere il premio «È stata una soddisfazione molto grande per tutti, poiché è necessario tantissimo impegno, non solo per produrre il passito, che ha un procedimento particolare e lungo, e avere un riconoscimento di prestigio è qualcosa che ci ripaga da tutti gli sforzi fatti fino ad ora.»
Come lo zibibbo, anche i nomi degli altri vini non sono lasciati al caso: Esetra, una delle prime etichette create, è il cognome della famiglia Artese al contrario; Aramoni prende spunto dalla leggenda che vuole gli abitanti di Zambrone provenienti da una città greca con questo nome; mentre Limàni ricorda l’antico porto di Hipponion. Prova, anche questa, del forte legame col territorio che l’azienda vuole trasmettere attraverso prodotti e azioni, oltre al fatto di voler recuperare una antica tradizione ormai quasi perduta nella zona.
La valorizzazione del territorio, per casa Artese passa anche attraverso le degustazioni: gli appassionati infatti possono godere dell’atmosfera della cantina e della vigna gustando le varie tipologie di vino, accompagnati anche da assaggi di prodotti tipici del vibonese.
«Qui in Calabria molte volte bisogna partire da zero, ma è una sfida che accettiamo, poiché oltre alla qualità del vino – conclude la giovane – tramite il nostro impegno vogliamo trasmettere qualcosa in più contribuendo a riportare alla luce un pezzo di storia.»