La devozione per il santo inizia nel '500 nel periodo normanno. Ma è nel '600 che il culto si consolida, grazie alla famiglia Pignone del Carretto, che fece scortare la statua da trenta soldati, di cui cinque a cavallo
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Arriva da lontano la tradizione religiosa della festa di San Giorgio Martire, patrono di Oriolo, paese al confine tra Calabria e Basilicata, che si festeggia ogni anno, insieme al protettore San Francesco di Paola, il 23 e 24 aprile. A rendere particolare i festeggiamenti è la presenza della Guardia Spagnola con i costumi d'epoca che scorta il santo, dandosi il cambio con l'altra guardia, quella dei carabinieri. Per entrambi i Santi vengono lanciati in aria dei palloni aerostatici, momento atteso dalla comunità che con devozione aspetta ogni anno l'arrivo dei festeggiamenti per i loro santi.
San Giorgio e il drago
La maggior parte delle statue cristiane che rappresentano San Giorgio Martire, vedono il nobile cavaliere primeggiare sul drago, come simbolo del bene che vince sul male. Secondo la leggenda, Giorgio era un cavaliere di fede cristiana originario della Cappadocia, nell’attuale Turchia. Arrivò un giorno con il suo cavallo nel regno di Silene, in Cirenaica, una regione della Libia, luogo perseguitato dalla presenza di un drago, che per contenere la sua forza distruttrice era solito mangiare esseri umani. Fu proprio Giorgio, chiamato con l'appellativo di soldato di Cristo, a salvare dal drago la figlia del re. Quest'ultimo chiese al cavaliere quale ricompensa volesse per essere ringraziato, ma lui rispose che non aveva nessuna richiesta se non quella che tutto il popolo si convertisse ricevendo il battesimo. Il suo martirio avvenne agli inizi del IV secolo in Palestina, e venne seppellito a Lidda. Oltre a simboleggiare la vittoria del bene sul male, la sua figura sottolinea anche l’evangelizzazione dei popoli pagani nei primi secoli del cristianesimo, ad opera dei martiri. San Giorgio è considerato il patrono dei cavalieri, dei soldati, degli scout, degli schermitori, e degli arcieri, invocato contro la peste e la lebbra, e contro i serpenti velenosi.
La tradizione della festa di San Giorgio scortato dalle guardie
La devozione per San Giorgio Martire ad Oriolo inizia nel '500, nel periodo normanno, importata dalla Cappadocia, in Turchia, paese di origine del Santo. Ma è nel '600 che il culto si consolida, grazie anche alla famiglia Pignone del Carretto, marchesi di Oriolo dal 1552. Per la forte devozione verso il Santo, ogni anno durante i festeggiamenti venivano mandati gli uomini del battaglione a scortare la sua statua d'argento durante la processione per le vie dell'intero paese, con trenta soldati di cui cinque a cavallo. Tale tradizione si è conservata nei secoli e ancora oggi nel giorno della festa patronale è la Guardia Spagnola a marciare davanti alla statua per l’intera processione, che si alterna alla guardia vecchia dei carabinieri. Risale al '500 anche la fiera tipica, ma anche la presenza dei suonatori di strumenti della tradizione che già entrando in chiesa dedicano brani antichi a San Giorgio e San Francesco, facendosi largo nella navata centrale della chiesa madre. La processione inoltre è aperta dal giocatore del Palio, che utilizzando un palo lungo quattro metri riesce a farlo piroettare in perfetto stile giocoliere.
I giorni della festa
I giorni di festa effettiva sono solitamente il 23, giorno di San Giorgio Martire, e il 24, di San Francesco di Paola, ma è già dal 22, "la vigilia", che la tradizione ha inizio. Il fermento in paese è tangibile già nelle prime ore del mattino, quando ci si incontra in piazza e nelle vie del paese risuona la musica suonata dalla banda. Ma è verso mezzogiorno che tutta la comunità, anche chi non abita più ad Oriolo ma ritorna appositamente per l'occasione, si riunisce in chiesa per l'incontro con i Santi. Le statue di San Giorgio e San Francesco infatti, con l'aiuto di tutti, vengono fatte scendere dagli altarini su cui sono posizionate durante l'anno. La banda arriva in chiesa allo stesso orario dopo il suo giro nel paese, e i fedeli dal loro posto nei banchi, fanno partire dei forti applausi ricchi di emozione. Le due statue con San Giorgio in testa e San Francesco dopo, vengono accompagnate da un suonatore di zampogna verso l'altare, che dedica dei canti popolari al patrono e al protettore del piccolo centro calabrese. Le campane suonano a festa e nella chiesa risuonano forte un "Evviva San Giorgio, Evviva San Francesco". Parte un altro applauso sentito, e i santi si posizionano il primo nella navata centrale e l'altro in quella di destra. L'emozione per i devoti è forte, come tanta è la gioia di vedere le statue, portate a spalla da un gruppo di persone, sfilare tra le navate per salutare tutti.
La mattina del 23 aprile si ascolteranno degli spari alle 7 del mattino: sarà il segnale che inizia ufficialmente la festa di San Giorgio. Tradizione vuole che la comunità si incontri davanti al comune, e si vada a prendere il sindaco e tutta la sua amministrazione, formando una piccola "processione" dal municipio e lungo il corso principale per andare tutti insieme fino in chiesa, per la consueta messa delle 11. Ad accompagnare la passeggiata è la banda del paese, e le due guardie che scorteranno i santi, ovvero quella spagnola, che indosserà l’uniforme tipica del 1595, e la guardia vecchia, i cui membri saranno vestiti da carabinieri. La tradizionale marcia viene ripetuta anche il giorno dopo per l'altro Santo, così come gli spari al mattino. La processione si svolgerà alle 16 per San Giorgio il 23, e alle 15:30 per San Francesco il giorno seguente, poiché la statua del taumaturgo paolano è più pesante e quindi si procede a passo più lento per la maggiore fatica. La processione rappresenta per Oriolo un momento socialmente importante per la comunità, senza dimenticare il significato religioso che la festa patronale rappresenta.
La Guardia Spagnola
La Guardia Spagnola ha il compito di stare a protezione della statua del santo precedendola, marciando prima avanti e poi tornando indietro, tutti con lo stesso passo, dettato da un caporale che cammina al centro. In alcuni momenti della processione è proprio la Guardia Spagnola a portare il Santo lungo il percorso. Il pomeriggio ci si riunisce e si aspetta che il patrono esca dalla chiesa per passare tra le vie del paese. Quando le processione si avvicina alle prime case del percorso, si svolge l'incontro tra le due guardie, quella spagnola e quella dei carabinieri, che marciano insieme, momento che si svolge sia nella giornata del 23 che del 24. Si tratta di un momento molto atteso dalla comunità poiché si assiste ad un cambio tra le due guardie che si differenziano anche per comando, che è "Passo" per quella spagnola, che diventa "Uno-due" quando dato dal comandante della Guardia Vecchia. Tra le vie, alcune famiglie terranno la propria casa aperta e prepareranno un banchetto con qualcosa da mangiare e da bere per ringraziare le guardie e salutare il Santo, che si fermerà proprio lì davanti. Si permetterà così ai membri della famiglia di accogliere il buon augurio della fermata, e di mettere un'offerta ai piedi delle statue che servirà per le spese parrocchiali.
Appena fuori dalla chiesa è allestito un palchetto, da dove prima della processione verrà eseguito l'incanto, ovvero l'asta, durante la quale i partecipanti, anche in gruppi, potranno sfidarsi a chi offre di più per accaparrarsi prodotti tipici, ma anche lavori cuciti a mano. I soldi raccolti serviranno per finanziare la festa.
Nella giornata del 24 una famiglia porta una forma di formaggio che viene "incantata" e vede la partecipazione anche di squadre formate da più persone che vogliono prenderla, arrivando a spendere - una volta è successo in uno degli anni passati - fino a 7mila euro. A completare la tradizionale festa c'è il lancio del pallone aerostatico, realizzato ogni anno dal signor Luigi Abate di Oriolo. Nel giorno di San Giorgio il pallone lanciato sarà uno, mentre quello di San Francesco vede volare in cielo più di una piccola mongolfiera. Tra giostre e bancarelle, a sancire la fine delle tre giornate saranno i fuochi pirotecnici del 24 aprile a mezzanotte, mentre tutti saluteranno la festa con la testa rivolta verso l'altro, aspettando il prossimo anno con devozione e fede.