È il primo libro ebraico stampato con data certa: fu dato ai caratteri in riva allo Stretto 550 anni fa dal tipografo Avraham Ben Garton
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La prosperità della Giudecca di Reggio riconosce nella stampa del più antico libro ebraico stampato con data certa una delle sue tracce più autorevoli. Era il 18 febbraio 1475 e il libro era ed è uno dei testi ebraici più letti al mondo, ossia il Commentario al Pentateuco di Rashi stampato dal tipografo Avraham Ben Garton.
Il prezioso incunabulo ebraico, scoperto dal bibliofilo Giovanni Bernardo De Rossi, fu dallo stesso donato alla Biblioteca Palatina di Parma dove dunque è ancora conservato. Trecento sarebbero state in tutto le copie del solo testo di Rashi stampate da Avraham Ben Garton Ben Yishaq Reggio. Di queste stampe originali c’è notizia solo di quella custodita a Parma, di cui vi è copia a Gerusalemme e una a Reggio Calabria.
Dal 2006, infatti, su autorizzazione della Biblioteca Palatina, è stata realizzata la copia anastatica custodita presso la Biblioteca De Nava di Reggio.
La Comunità Patrimoniale Scalinata Monumentale di via Giudecca, presieduta da Roberta Lanzoni, ha organizzato per la giornata odierna l’evento “Cinquecentocinquanta” che si terrà proprio presso la biblioteca dove sarà esposto al pubblico il prezioso libro. L’iniziativa è promossa in collaborazione con l’Amministrazione comunale.
La stessa associazione ha posizionato un pannello illustrativo con QR-Code di collegamento al sito della Biblioteca Palatina proprio sulla Scalinata Monumentale di via Giudecca per contribuire alla diffusione della storia del luogo e della città.
«La Comunità Ebraica reggina viveva nel quartiere ebraico situato fra l’attuale via Giulia e la via Felice Valentino e via Miraglia corso Matteotti, dove insisteva anche una Sinagoga. A conferma, un frammento fu trovato durante la ricostruzione post terremoto 1908, e oggi conservato presso il Museo, dove si vedono nettamente alcune lettere scritte nell’alfabeto greco: ΙΟΥΔΑΙ/ΩΝ e si intravede la base delle lettere ΩΝ, di modo che l’intera scritta è ricomponibile come ΣΥΝΑΓΩ/ΓΗΤ](ΩΝ)/ΙΟΥΔΑΙ/ΩΝ synagoge ton ioudaion, cioè, “Sinagoga degli Ebrei”.
Tale scritta è stata riportata nella lapide marmorea affissa sulla via Giudecca, ad angolo col Lungomare, dall’allora amministrazione comunale, il 25 luglio del 2011, a ricordo e testimonianza del contributo “alla prosperità economica e allo sviluppo culturale della città” dato dalla comunità ebraica reggina che il 25 luglio 1511, per editto reale, fu costretta a lasciare Reggio», si legge sul comunicato della Comunità Patrimoniale Scalinata Monumentale di via Giudecca.