VIDEO | Cognato di Napoleone, approdò sulle coste calabresi mentre era in viaggio per riprendersi il trono di Napoli. Nella città napitina in cui trovò la morte ogni anno si rivivono quei giorni: ecco com'è andata tra costumi d'epoca e luoghi simbolo
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Dall’arrivo sulla spiaggia, agli scontri in piazza con le armi da fuoco dell’epoca, all’arresto, alla condanna fino alla fucilazione.
Sono stati questi i momenti salienti ai quali si è potuto assistere nei giorni scorsi, quando con la rievocazione storica i presenti hanno potuto rivivere gli ultimi giorni di vita di Gioacchino Murat, ex Re di Napoli, sbarcato sulla costa di Pizzo Calabro l’8 ottobre del 1815.
L’obiettivo di Murat era quello di dirigersi con la sua flotta verso il Regno di Napoli, sperando di riprendere il trono che invece era stato assegnato ai Borbone. A causa del brutto tempo però l’ex reale sbarca insieme ai suoi fedeli sulla costa di Pizzo, dove viene catturato e condannato a morte.
Fu lui stesso a ordinare il fuoco, dicendo prima «Mirate al cuore, salvate il viso». Dopo l’ordine solo tre colpi partirono senza che lo colpissero, gli altri sei non spararono, e Murat restò in piedi, senza vacillare davanti alla morte certa, ma anzi con orgoglio li ringraziò per averlo risparmiato, incitandoli a terminare quello che avevano iniziato.
Al suo ennesimo «fuoco» partirono gli spari, uno lo prese dritto al cuore, facendo morire Murat sul colpo.
Un evento che ha coinvolto numerosi figuranti in costume d’epoca nei luoghi cruciali che videro Murat come protagonista, dal porto, alla centrale piazza della Repubblica, fino al Castello, dove venne condotto, passando i suoi ultimi giorni in cella, prima di essere condannato e fucilato, il 13 ottobre dello stesso anno, dopo 5 giorni dal suo arrivo.