Luoghi mozzafiato circondati da boschi immersi nel silenzio, rotto solo dall'acqua che si riversa sulle rocce. Incanalate sotto rocce suggestive, a volte a cielo aperto a formare piccole pozze nelle quali fare un bagno durante le giornate calde dell'estate
Non solo mare e montagna, le cascate altra meraviglia della Calabria: ecco le più belle (e poco conosciute)
Non solo mare e montagna, le cascate altra meraviglia della Calabria: ecco le più belle (e poco conosciute)
Non solo mare e montagna, le cascate altra meraviglia della Calabria: ecco le più belle (e poco conosciute)
Non solo mare e montagna, le cascate altra meraviglia della Calabria: ecco le più belle (e poco conosciute)
Non solo mare e montagna, le cascate altra meraviglia della Calabria: ecco le più belle (e poco conosciute)
Le cascate dette del Fiume di Mare di Fiumefreddo Bruzio, borgo della costa tirrenica cosentina, non sono note a tutti, anche se negli ultimi anni, grazie a numerose foto pubblicate sui social da chi le ha visitate, sono diventate più conosciute. Arrivarci non è difficile: basterà prendere la strada che porta al centro storico, dalla Statale 18, e svoltare a sinistra dopo circa 500 metri, lungo la strada che arriverà al “Ponte di Ferro”, zona conosciuta dai fiumefreddesi, sotto il quale scorre il Fiume di Mare. Dopo aver percorso il ponte, si arriverà ad uno spazio sterrato dove potrete parcheggiare, e da lì partire alla scoperta delle cascate. Per arrivarci prendete il sentiero sulla destra, dove ci sarà una strada sterrata in discesa, che vi porterà a seguire il percorso, attraverso diverse aree del Fiume di Mare. Le cascate non sono molto alte, ma rappresentano in ogni caso un luogo non ancora molto frequentato da scoprire se amate la natura. Alla fine del breve tragitto, potrete fare un bagno sotto l'acqua corrente, per rinfrescarvi circondati dalla natura e in sicurezza.
Spostiamoci nella provincia di Reggio Calabria, vicino a Samo, dove nel cuore del Parco Nazionale dell'Aspromonte troviamo le Cascate di Forgiarelle, chiamate anche Ferraina. Ci troviamo ad un'altitudine di 1200 metri, dove il torrente Ferraina, che dà il nome alla cascata, crea un salto che arriva a 70 metri. Le cascate di Forgiarelle sono raggiungibili da varie località, come da Serro Cerasia, il cui cammino è lungo 17 chilometri per un dislivello di 800 metri, in cui attraverserete boschi, guadi e sentieri impervi, per un totale di circa 6 ore, durante il quale potrete fermarvi a Croce di Dio sia Lodato. Qui troverete un punto panoramico con una vista sorprendente che dal mare arriva fino ad alcune delle cime più imponenti dell’Aspromonte ionico. Dopo la sosta si prosegue attraverso la foresta del Ferraina, circondata da querce millenarie grandissime e imponenti. Quando sarete alla riva del torrente, e avrete attraversato il corso d’acqua, la strada continuerà seguendo la costa della montagna, fino ad arrivare all'alta cascata. Per il ritorno invece si passerà attraverso l’oasi dell'ex villaggio Canovai.
Rimaniamo sul versante ionico, a Carfizzi, in provincia di Crotone, dove troviamo tra le cascate da visitare quelle del Giglietto. Alte circa 40 metri, nascono dal torrente Manzella, che dopo un breve percorso scava una forra dando vita al salto delle cascate, non molto ricche d'acqua in estate, ma più grandi nei mesi più piovosi. Arrivare non è semplice, e forse anche questo le ha preservate dal turismo di massa, poiché non sono ancora molto conosciute. Per arrivare bisognerà fare 2 ore di cammino dalla strada più vicina, ma è possibile avvicinarsi di un bel po' anche con un'auto adatta a salire lungo posti impervi. Durante il percorso sarete circondati da paesaggi bellissimi, piccoli corsi d'acqua da superare, e rocce da scavalcare, aiutandovi con delle corde, che vanno utilizzate anche per la risalita. E' consigliato perciò andarci solo se non siete alle prime armi, con attrezzatura adatta nello zaino, e possibilmente con una guida conoscitrice del territorio.
Trasferiamoci nella Valle del Lao, a Papasidero, tra i comuni più importanti del Parco Nazionale del Pollino, noto soprattutto per la sua grotta del romito, dove si trova una delle tracce più antiche dell'arte preistorica in Italia, dove troviamo le Cascate degli Ubriachi. Per arrivarci è necessario risalire il fiume Ombrece, che vi metterà quindi di fronte all'attività molto divertente dell'acqua trekking: una passeggiata, impegnativa ma non troppo e adatta anche ai più pigri, interamente nell'acqua del torrente, che sicuramente non vi farà pensare al caldo estivo. Se siete freddolosi fatevi dare una tuta, l'acqua della cascata, e anche quella che dovrete superare per arrivarci, sarà molto fresca. Tutto intorno vi apparirà sorprendente, tra rocce, grotte calcaree, e vari tipi di alberi, che non vi faranno sentire il caldo. Arrivati dopo non molto cammino, vi troverete davanti la cascata, alta circa 25 metri, che formerà una pozza dove potrete entrare, e farvi scorrere addosso la potenza della cascata. La cascata è così chiamata perché molti anni fa, gli abitanti dei paesi del Lao che risalivano il torrente per arrivare fino al salto, avevano l'abitudine di fermarsi a mangiare e bere importanti quantità di vino prima di intraprendere il cammino. Per andare all'esplorazione delle cascate in completa sicurezza, potete contattare River Trekking Experience: 3451117309
Ultima tappa per vedere tra le cascate più belle della Calabria, che questa volta arriva fino alla Sila Piccola, in provincia di Catanzaro, dove troviamo tre cascate nella zona di Buturo. Il villaggio è uno tra i più antichi tra quelli storici della Sila Piccola catanzarese, e prende il nome da vuturu, che tradotto dal dialetto locale significa avvoltoio, che un tempo abitava quest'area. Si parte dalla caserma forestale Casa Giulia, andando verso l’interno della Riserva Naturale Biogenetica “Coturelle-Piccione”, che si trova nel comune di Albi. Troverete facilmente il sentiero, poiché le indicazioni per raggiungere le cascate sono chiare e disseminate lungo il percorso, che durerà 3 ore tra andata e ritorno, per un totale di 6 chilometri e un dislivello di quasi 340 metri, con difficoltà di tipo E (Escursionistica). Incontrerete grandissimi faggi, e un bosco di latifoglie che dovrete attraversare fatto di cerri, faggi, castagni, pini e pioppi. Vi potrebbe capitare di incontrare lo scoiattolo nero, il gufo reale, la volpe, il cervo, il daino, il cinghiale, il cervo, e il capriolo. Continuate a raggiungere un nuovo incrocio, da cui partono due sentieri. Uno porta alla Cascata del Lupo, chiamata così per l'animale simbolo della Sila che si può facilmente avvistare da una rupe che dà sulla cascata. L’altro sentiero porta alla Cascata dei Lamponi, per la presenza dei frutti che si trovano nella zona e la Cascata dei Faggi, per via degli alberi di faggio che ci sono intorno. Quest'ultima è la più particolare: si presenta infatti a forma di ventaglio, la cui forza ha creato una limpida pozza dove è possibile farsi il bagno in estate. Tramite lo stesso percorso dei sentieri CAI e del Parco Nazionale della Sila, si possono raggiungere anche altre tre cascate: Cascata delle Ninfe, Cascata Anemone, e Cascata Pietra, che non presentano grandi difficoltà eccetto la discesa finale alla Cascata Ninfe, che richiede un po' più di agilità.
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