Una carrellata delle fortezze più suggestive che costellano la regione dal Pollino allo Stretto. Imponenti roccaforti con un passato secolare e tanto da raccontare a chi decide di visitarle
Ma che bel castello… i manieri più affascinanti e carichi di storia della Calabria
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Il Castello Aragonese di Reggio Calabria è uno dei simboli della città e uno dei castelli più importanti della regione. La sua costruzione risale al XV secolo e, pur essendo stato danneggiato dal terremoto del 1908, è stato recentemente restaurato. Oggi ospita un museo archeologico e offre una vista panoramica sulla città e sullo Stretto di Messina. Nonostante venga definito Aragonese, la sua costruzione è da datarsi in epoca bizantina, ed è tra i monumenti più riconosciuti della città insieme ai Bronzi di Riace: punto strategico di difesa della città, la fortezza fu nel corso dei secoli dominio di Bizantini, Normanni, Svevi e Angioini, che di volta in volta apportarono alcune modifiche. Fu però in epoca spagnola, per volere di Re Ferdinando I d’Aragona, che la struttura subì un radicale cambiamento con l’aggiunta delle due imponenti torri circolari merlate che le conferirono l’aspetto attuale e la denominazione “aragonese”.
Il Castello di Amendolea è situato nella provincia di Reggio Calabria, nel comune di Condofuri. La sua costruzione risale al IX secolo ed è uno dei migliori esempi di architettura medievale in Calabria. Il castello è stato restaurato e oggi è aperto al pubblico, offrendo una vista panoramica sul mare e sulla natura circostante. Negli ultimi anni, principalmente grazie ai social media, è diventato meta di tantissimi giovani che si inerpicano fino alle pendici dei monti dell'Aspromonte per riprendere con smartphone e droni i resti di questa splendida fortificazione, che negli ultimi anni è diventato uno dei luoghi simboli della Calabria selvaggia ma splendida nelle sue bellezze.
In uno dei tratti più belli dell'Area Marina Protetta "Capo Rizzuto" sorge uno dei castelli più affascinanti d'Italia, grazie anche alla sua particolare ubicazione che lo vede trionfare su un isolotto legato alla costa solo da una sottile lingua di terra. La fortezza edificata nel XV sec. non ospitò mai la nobiltà del luogo, ma servì da ricovero per soldati impegnati contro gli attacchi degli invasori provenienti dal mare. L'attuale roccaforte poggia su fondamenta risalenti al periodo Magno-Greco (400 a.c.), utilizzata nel tempo anche dai romani fu il rifugio di Annibale, in ritirata. La fortezza, continuamente attaccata dai Turchi, rimase popolata fino agli inizi dell'800, anno in cui la popolazione si trasferì sulla terra ferma dando vita ad un piccolo borgo di marinai, oggi l'attuale centro turistico. La Fortezza Aragonese, quasi interamente restaurata, è caratterizzata da alcune stanze (la sala video, la sala foto e la "Sala Phrurion"); un borgo antico con i resti di una piccola chiesetta e una cappella; i bastioni panoramici e la torre, il punto più alto della fortezza.
Il Castello di Corigliano Calabro è uno dei più fulgidi esempi delle fortificazioni presenti in Calabria. Tra i pochi castelli a presentare gli interni intatti, negli arredi e nelle decorazioni, è un importante esempio di architettura medievale in Calabria. Costruito nel XII secolo, è noto per la sua imponente torre e per la sua posizione panoramica sulla valle del Crati. Il castello è stato restaurato e oggi ospita eventi culturali e mostre d'arte: al suo interno, suddiviso su diversi piani, vi sembrerà di rivivere le gesta delle antiche feste da ballo, tra tende e arredi imponenti. Dopo aver vissuto diverse ricostruzioni e aggiunte negli anni, è arrivato ai nostri tempi in maniera perfetta, un antico maniero che sorveglia dall'altro e protegge con la sua imponenza il centro storico di Corigliano.
Il Castello di Rocca Imperiale è situato sulla costa ionica della Calabria, nel comune omonimo. Costruito dai Normanni nel XII secolo, è noto per la sua torre di guardia e per la vista panoramica sul mare. Imponente e sontuoso, è posto sulla sommità del colle sul quale si estende il centro abitato di Rocca Imperiale, con le sue case disposte a gradinata. La fortezza fu fatta costruire da Federico II di Svevia nel 1221, secondo alcune fonti, secondo altre è la data del 1225 che vede l’inizio dei lavori; sicuramente l’opera fu iniziata in seguito all’emanazione degli editti di Capua del 1220, con i quali l’imperatore ordinò la costruzione o la ristrutturazione di ben 200 castelli a scopo difensivo nella nostra Italia meridionale permettendogli così di monitorare l'intero golfo di Taranto.
Il Castello di Squillace è situato sulla costa ionica della Calabria, nel comune di Squillace. Costruito nel IX secolo, è uno dei castelli più antichi della regione e noto per la sua posizione strategica sulla costa. Negli anni il Castello è stato rimaneggiato più volte, motivo per il quale non sembra presentare uno stile univoco. La costruzione del castello iniziò tra la fine dell'XI e l'inizio del XII secolo per opera dei Normanni, dopo la fine della loro campagna di conquista della Calabria contro i Bizantini che avevano occupato la regione per oltre 5 secoli. In questo periodo il castello diviene un importante avamposto sulla via tirrenica a protezione della non lontana Mileto. Qualche anno fa, durante una campagna di scavi, emersero due scheletri, i crani rivolti uno verso l'altro, le mani intrecciate come a rappresentare l'amore di un uomo e di una donna morti per cause probabilmente violente e sconosciute. Da qui è nato "Il mistero degli amanti", ritrovamento che ha portato tanta attenzione intorno al castello da parte di archeologi e storici.
Il Castello di Santa Severina è situato nella provincia di Crotone, nel comune omonimo. È una delle antiche fortezze militari meglio conservate del meridione d'Italia, sottoposto dal 1994-1998 ad una meticolosa opera di ristrutturazione, è composto da un mastio quadrato con quattro torri cilindriche poste agli angoli ed è fiancheggiato da quattro bastioni sporgenti in corrispondenza delle torri. La sua costruzione è attribuita al Normanno Roberto il Guiscardo intorno al XI° secolo, dal quale prende appunto la denominazione. È comunque certo che il castello fu edificato sopra una preesistente costruzione, infatti gli studiosi ritengono che l'area del castello coincide con l'acropoli dell'antica Siberene.
Recentemente restaurato, con al centro il poderoso Mastio quadrilatero a tre piani, un tempo torre normanna; i resti delle muraglie perimetrali con torrette quadrangolari, cilindriche e semicircolari delineano la pianta del castello. Di notevole interesse è la Cappella, costruita (1334) sulle rovine della Camera dove nacque s. Tommaso d'Aquino, come risulta dall'istrumentum di richiesta dei fedeli per questa costruzione al vescovo protempore Gregorio. Nel cortile del castello vi era anche la magella del pozzo, in pietra a coronamento esagonale, con stemmi scolpiti (sec. XIV) e che adesso è stata collocata presso l'ex cattedrale come fonte battesimale
incorniciato tra il verde della campagna e l’azzurro del cielo e del mare, il Castello di San Fili è una tipica architettura militare o di palazzo fortezza e si sviluppa su due piani: il piano terra e il piano nobile, di dimensioni ridotte visto l’utilizzo sporadico del castello da parte dei proprietari. Fu edificato agli inizi del XVIII secolo dalla famiglia Lamberti. Venne realizzato tra il 1711 e il 1720 per volontà del capitano Giuseppe Lamberti: patrizio della città di Stilo e progettato da Vincenzo Lamberti. Si trova in un territorio anticamente denominato Feudo di San Fili, che aveva fatto parte dei corpi feudali dell'Università di Stilo sino alla metà del XVII secolo, quando era stato acquistato dal napoletano Antonio Pulce e poi rivenduto ad Antonio Lamberti nel 1696. Dall'interno, uno splendido paesaggio si apre davanti agli occhi, con il verde delle colline della Locride che si confonde con il blu del mar Jonio.
Il Castello di Amantea è situato sulla costa tirrenica della Calabria, nel comune di Amantea. Costruito nel X secolo, è noto per la sua posizione panoramica sul mare e sulla città. Il castello è stato restaurato e oggi ospita eventi culturali e mostre d'arte. Il Castello, oggi in stato di rudere, occupa un plateaux con bella visuale sia sul piccolo golfo del fiume Oliva, sul mar Tirreno, sia sulla valle del fiume Catocastro. La torre mastia ovoidale rivolta a nord-ovest, detta di San Nicola, fu realizzata in età angioina, a giudicare dallo stemma recante i gigli di Francia che vi rimane sopra. In età aragonese il Castello fu riammodernato secondo i dettami di Francesco di Giorgio Martini per resistere ai colpi delle nuove armi da fuoco: le mura furono abbassate e rinforzate, fu costruito un rivellino d'accesso sul lato orientale e realizzato uno spalto che precedeva il fossato. Oggi è quasi interamente conservato il grande bastione rivolto a sud, poggiante sulla viva roccia della rupe.
Caccuri è stato feudo dei Malatacca, dei de Riso, dei Ruffo di Calabria, dei Ruffo di Montalto, degli Spinelli e dei Cimino, dei Cavalcanti veri mecenati del borgo, dei Petra e infine Barracco. Nel centro storico inconfondibile si erge il Castello un imponente maniero risalente al VI secolo d. C., come presidio difensivo a guardia della valle del Neto. poi arricchito nel 1885 con l'aggiunta del rivellino e di una torre cilindrica merlata. La Cappella Palatina è dedicata a Santa Barbara e conserva ancora la forma conferitale dai lavori di ristrutturazione condotti tra la seconda metà del Seicento e i primi del Settecento. Al suo interno interessanti opere pittoriche quali il dipinto con la Maddalena penitente dell'artista napoletano Domenico Gargiulo e la tela di Domenico Maria Muratori con I miracoli di San Tommaso d' Aquino. Di particolare suggestione le vetrate intarsiate. Castello Normanno di Serra San Bruno
Il Castello Normanno di Serra San Bruno è situato nella provincia di Vibo Valentia, nel comune omonimo. Costruito nel XII secolo, è noto per la sua architettura medievale e per la vista panoramica sulla natura circostante. Il castello è stato restaurato e oggi ospita mostre d'arte e concerti.
Il Castello di Nicotera è situato nella provincia di Vibo Valentia, nel comune di Nicotera. Costruito nel XII secolo, è noto per la sua posizione panoramica sul mare e sulla città. È una residenza gentilizia che si erge nel centro storico. La struttura, ad oggi ancora incompleta, fu edificata a pochi metri dai resti del precedente maniero normanno, di cui rimangono solo alcuni basamenti in pietra e una cisterna, in parte inglobati in un vicino palazzo gentilizio. Appare come una massiccia mole dominante la sottostante Marina di Nicotera, con la facciata principale che presenta marcate analogie con la certosa di San Martino a Napoli.
Costruito nel X secolo, è noto per la sua architettura medievale e per la vista panoramica sulla città e sulla valle del Corace. Il castello è stato restaurato e oggi ospita mostre d'arte e concerti. La sua parte originaria, costituita da una cortina muraria, era con tutta probabilità la grande torre quadrangolare centrale, detta mastio, che dominava la città. Divenne poi luogo di reclusione. e carcere, perdendo ogni funzione politica e sociale. Negli ultimi anni il complesso è stato recuperato ed adibito a museo oltre che sede per mostre ed eventi culturali. Proprio il Castello custodisce, però, una particolarità: sui sui resti sono sorte infatti le Gallerie Segrete che, grazie ai lunghi lavori di restauro, permettono di svelare dettagli della dominazione normanna, di prigionieri e di fare un tuffo nel passato.
Il Castello di Roseto Capo Spulico, saldamente arroccato sulla scogliera, risale al X secolo. Come ricorda San Vitale da Castronuovo: è sulla "Petrae Roseti" che il Santo avrebbe fondato un monastero. Sui ruderi dell'edificio sacro è sorto il "Castrum Petrae Roseti" nel secolo XI ad opera dei Normanni. A quel tempo il castello segnava il confine tra i possedimenti di Roberto il Guiscardo ed il fratello Ruggero II (1105-1154), padre di Costanza d'Altavilla, erede del Regno di Sicilia e madre di Federico II Hoheustaufen (1194-1250).Nel XIII secolo (1229), già Tempio dell'Ordine, fu requisito da Federico II ai Cavalieri Templari, per ritorsione al loro tradimento, durante la VI crociata in Terra Santa (1228). Oggi, dopo accurate opere di restauro da parte della società proprietaria, risplende come classico esempio di architettura federiciana di derivazione templare ed ospita eventi di ogni genere.
Fu dimora estiva del celebre filosofo tropeano Pasquale Galluppi (Tropea 1770 - Napoli 1846) che amava passare le sue estati ed il suo tempo libero a Caria. Costruito agli inizi del 1900 su una preesistente struttura settecenteca, nel 1920 le sono state aggiunte le merlature che la fanno somigliare ad un castello. Molto particolari le bifore ogivali goticheggianti e lo splendido balcone balaustrato, decorato con murature simili a tende. Interessante il giardino, dove sono presenti splendidi alberi secolari. Appartenuto alla famiglia Galluppi fu poi venduto alla Famiglia Toraldo di Tropea: nel 2009, il Comune di Drapia ha completato la procedura di esproprio ed è entrato in possesso del complesso monumentale. Il castello oggi,a seguito di un lungo, profondo e costoso restauro è nato a nuova vita ed è fruibile.
È oggi sede del Museo archeologico statale e conserva preziosissimi reperti della storia greca, romana e medievale di Vibo Valentia. Il Castello normanno svevo sorge dov'era ubicata probabilmente l'Acropoli di Hipponion che in parte si estendeva pure sulla collina vicina. Nonostante la prima fase di costruzione della struttura venga volgarmente attribuita all'età Normanna, in realtà risale all’epoca sveva. In quel periodo, Matteo Marcofaba governatore della Calabria venne incaricato da Federico II di ripopolare e favorire lo sviluppo della cittadina. Il maniero venne ampliato da Carlo d'Angiò nel 1289 quando assunse più o meno un aspetto simile a quell'odierno. Venne poi rafforzato dagli Aragonesi nel XV secolo ed infine rimaneggiato dai Pignatelli tra il XVI-XVII sec. A seguito degli interventi perse quasi del tutto la funzione militare e assumendo invece quella di abitazione nobiliare. Il secondo piano fu demolito di proposito, in quanto pericolante, a causa dei danni riportati dopo il terremoto del 1783. Il castello presenta oggi delle torri cilindriche, una torre speronata ed una porta ad un'arcata di epoca angioina.
Maniero della seconda metà del XV secolo in cui, nel 1815, fu imprigionato e condannato a morte per fucilazione il Re di Napoli Gioacchino Murat. L’edificazione del Castello di Pizzo avvenne in due periodi storici diversi. La prima parte era costituita dalla sola torre più grande detta Torre Mastia o di avvistamento. La sua costruzione rientrava nel sistema difensivo attuato dagli angioini per la difesa dei centri abitati costieri dalle incursioni saracene e risale alla fine del 1300. Venne poi ampliato tra 1481-1845. Ultimata la sua costruzione, il nuovo Castello, fornito di archibugi e di artiglieria, ebbe un presidio di soldati, sotto il comando di un ufficiale. Non fu mai una residenza signorile ma sempre fortezza militare e prigione.
La storia del Castello di Pizzo è legata alla morte di Gioacchino Murat, re di Napoli, uomo valoroso, impavido che a Pizzo cercava la vittoria e la riconquista del suo regno e invece vi trovò la morte.
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