Brancaleone Vetus è un borgo medievale situato all’interno dell’area grecanica di Calabria, nel tratto di litorale ionico calabrese compreso fra Punto Stilo e Capo Spartivento, noto come la Riviera dei Gelsomini. Le sue origini risalgono al VI e il VII secolo d.C. e anticamente era conosciuto con il nome “Sperlinga" o “Sperlonga” (dal latino Spelunca e dal Greco Spelungx, che vuol dire “caverna" o “spelonca”): una denominazione dovuta alla presenza di numerose caverne, sedi di monaci eremiti di un movimento monastico che nacque con l'arrivo di religiosi greco-bizantini in fuga dall’Oriente, a causa della persecuzione iconoclasta e musulmana.

L’antico borgo, posto su una collina di roccia arenaria a una distanza di circa 3,5 km dalla costa e a un’altezza di 310 metri sul livello del mare, fu abitato fino agli anni ’50 circa: a seguito di gravi terremoti - primo fra tutti quello del 1783 - e di un’importante alluvione fu ritenuto inagibile, e la popolazione residente fu costretta ad abbandonarlo trasferendosi ai piedi della collina. Senza però mai perdere la sua memoria storica, insieme all’amore e alla consapevolezza del valore nei confronti delle proprie radici.

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Oggi, Brancaleone Vetus - anche conosciuto con il nome Brancaleone Superiore - sta rinascendo grazie a un progetto di recupero e all’istituzione, nel 2008, del Parco Archeologico Urbano, sotto la guida e la supervisione della Soprintendenza delle belle arti e del paesaggio. Dal 2012 inoltre la Pro Loco di Brancaleone si è dedicata alla valorizzazione dell’intero sito archeologico, attraverso la realizzazione di eventi e all’attivazione di servizi quali escursioni e visite guidate, ma anche allo svolgimento di opere di manutenzione ordinaria e straordinaria volte al recupero di sentieri, toponomastica e alla possibilità di fruizione delle antiche grotte-chiese.

Il sito conserva infatti numerose e rilevanti testimonianze storiche. Tra queste la Grotta della Madonna del Riposo con affreschi seicenteschi, la piazzetta del ponte e i resti dell’antica chiesa dell’Annunziata; vi sono poi l’importante area archeologica dei silos-granai, silos per la raccolta delle acque piovane, e la grotta-chiesa con pilastro centrale denominata Albero della vita, che al suo interno presenta graffiti di matrice armena raffiguranti un pavone ai piedi di una una croce astile, nell’atto di riverenza verso il sacro simbolo. Una grotta molto affine alle grotte chiese dell’Anatolia, dell’Armenia e della Cappadocia.

Il Parco Archeologico Urbano di Brancaleone Vetus offre ai suoi visitatori queste e altre meraviglie ancora, e il suo valore archeologico e naturalistico è oggi riconosciuto in tutta Europa, oltre all’essere oggetto di studio presso alcune università in Italia e all’estero. Un luogo ricco di storia, fascino e di suggestiva bellezza, ove il tempo sembra essersi fermato, nella straordinaria terra di Calabria.