L'alba da Le Castella, il tramonto da Monte Cucuzzo e in mezzo mare, montagne, parchi e borghi abbandonati. Eccovi alcuni consigli per le gite fuoriporta dei weekend di primavera
10 cose da fare in Calabria in primavera tra mare, montagna e tramonti mozzafiato
10 cose da fare in Calabria in primavera tra mare, montagna e tramonti mozzafiato
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Se volete godere di uno dei tramonti più belli da ammirare in tutta tranquillità, armatevi di scarpe comode e di borraccia, e non rimarrete delusi. Monte Cocuzzo è la cima più alta della Catena Costiera Paolana, e si trova a 1541 metri di altezza sul livello del mare, ricadendo nei territori di Fiumefreddo, Longobardi e Mendicino. Il suo nome deriva dal greco antico kakos kytos, pietra cattiva, probabilmente per via della forma che ricorda un vulcano, o per le pietre taglienti presenti in alcune zone. La prima parte per salire è sterrata ma pianeggiante, e si percorre poi la cresta sud del monte, fino a trovarsi di nuovo in piano: qui vi troverete in un posto bellissimo, un giardino di guglie calcaree di varie forme fatte di archi naturali, cumuli di massi, inghiottitoi e grotte dette “Scaglioni”.
Arrivarci è molto semplice, anche per chi non è molto allenato, ma salire fino in cima ne vale davvero la pena. Da lì ci sarà una vista meravigliosa a 360 gradi, che vi lascerà ancora più affascinati se ci andrete all’ora del calare del sole, quando potrete vedere i colori del tramonto cambiare sul Mar Tirreno, godendo della vista del golfo di Policastro, delle montagne dell'Orsomarso, e nelle giornate più nitide anche delle isole Eolie, della Sicilia e dell'Etna.
Se non sapete se vi piace di più vedere il sole tramontare sul mare, o sorgere da esso, potete anche non scegliere: in Calabria si possono fare entrambe le cose, e con un po’ di impegno anche nella stessa giornata. Se vi piace l’idea di assistere all’arrivo del sole, che immaginariamente esce dal Mar Ionio, uno dei punti più suggestivi per farlo è sicuramente da Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone.
Isola Capo Rizzuto, differentemente da quanto si pensi, non è un’isola ma un promontorio, che ricade nel tratto di terra dell’Area Marina Protetta più vasta d'Europa, per un totale di 42 chilometri di costa. Spiagge incontaminate e siti archeologici, saranno una cornice perfetta per la vostra gita fuori porta da far seguire alla vista dell’alba. A partire dalla primavera, il clima, quasi sempre mite per la maggior parte dei mesi dell’anno, sarà quello perfetto per godere di un’alba suggestiva, magari con sfondo del Castello Aragonese di Le Castella, una delle frazioni di Isola Capo Rizzuto.
Un chilometro e 700 metri di camminata in uno dei più suggestivi luoghi della Calabria, con vista Sicilia e Stretto di Messina. È il lungomare di Reggio Calabria, intitolato al sindaco Italo Falcomatà che a metà degli anni ’90 contribuì alla “Primavera di Reggio”, momento in cui la città venne riqualificata e riportata ad un periodo ricco di sviluppo. Noto come “il più bel chilometro d’Italia”, non tutti sanno che la frase è stata attribuita a Gabriele D’annunzio, ma erroneamente: pare infatti che fu il giornalista sportivo Nando Martellini, inviato per commentare il Giro della Provincia di Reggio Calabria nel 1955, a dare la paternità della frase al poeta, che però lì non si recò mai. Meno di due chilometri per perdersi tra palazzi, gelaterie super premiate, e una vista spettacolare unica al mondo. I palazzi che si affacciano su via Marina sono in stile Liberty, come palazzo Zani, palazzo Spinelli e villa Genoese Zerbi. Palme e alberi ultracentenari con radici al di fuori del terreno, vi accompagneranno fino a portarvi alle statue dell’artista Rabarama. Mentre proprio di fronte al mare potrete vedere Opera, la nuova installazione dell’artista Enrico Tresoldi, 46 colonne di 8 metri d’altezza posta all’interno di un parco di 2500 metri quadrati, che si possono attraversare, creando così un filo conduttore tra antico e moderno. Da vedere anche l’Arena dello Stretto che riprende il modello dei teatri greci e sorge in luogo del Molo di Porto Salvo, distrutto dal celebre terremoto e maremoto che colpì le città di Reggio e Messina nel 1908. Ovviamente non dimenticate di fare una visita il Museo Archeologico Nazionale, dove sono ospitati i Bronzi di Riace, e la Villa Comunale, uno spazio verde nel centro della città dove vedere piante e monumenti. Se siete fortunati potrete assistere al fenomeno della Fata Morgana: se si verificano determinate condizioni atmosferiche, la Sicilia vi sembrerà veramente a due passi, quasi che possiate toccarla.
Sarà la natura che lo circonda, la vista di panorami incredibili, il buon cibo e l’ottimo vino, o la genetica, o forse tutte le cose insieme, a rendere Bivongi il borgo della longevità. In provincia di Reggio Calabria, immerso nella bellezza dell’Appennino Meridionale, nella Vallata dello Stilaro, gli abitanti di Bivongi hanno il primato di essere i più anziani al mondo. Circa una quarantina di abitanti hanno un’età compresa tra i 90 e i 99 anni, mentre da meno di 20 anni a questa parte in 22 hanno spento 100 candeline.
Arrivando qui si può godere della tranquillità tipica dei paeselli, e sentirsi rigenerati dall’atmosfera che si respira andando alla sua scoperta. Tra le cose che non potete perdervi c’è sicuramente la cascata del Marmarico, tra una fitta vegetazione che arriva fino 114 metri di altezza, alla quale arriverete camminando tra boschi di castagni e lecci, dove proprio in questo periodo domina il colore giallo delle ginestre fiorite. Durante la salita godete del panorama sottostante, prima di arrivare alle pozze sotto le cascate dove i più coraggiosi potranno fare un bagno nell’acqua gelata.
Da fare assolutamente: vedere il Monastero San Giovanni Theristis, l’antico monastero Greco-Ortodosso che risale al X secolo, immerso in un silenzio quasi irreale; e non dimenticarsi di respirare a pieni polmoni l’aria ricca di ossigeno dei boschi della Valle dello Stilaro, approfittando dei benefici del Forest Bathing, un vero bagno nella foresta durante il quale ascoltare i rumori del legno e captare il profumo delle erbe aromatiche osservando i colori tutti intorno. Per completare la vostra giornata il consiglio è quello di andare alla scoperta della zona di produzione del vino rosso doc biologico di Bivongi, con degustazione finale in vigna.
Dalla città reggina passiamo al capoluogo di regione, dove non si può non fare una visita al Parco della Biodiversità Mediterranea. Situato nel centro urbano della città, si estende per 60 ettari ed è diviso in due aree differenti: il grande giardino pubblico attrezzato e il bosco della Valle dei Mulini. Per i bambini ci sono diverse aree giochi attrezzate, come il Parco dei Folletti, dove spicca un grande castello in legno, giochi gommosi e ponti tibetani. Ma nemmeno i grandi si annoieranno: per loro attrezzi per lo sport e campetti da gioco, sentieri destinati al jogging e alla mountain bike, mentre nella Valle dei Mulini, un vasto percorso naturalistico tra piante e installazioni, dove è situato un grande e attrezzato centro ippico.
Per chi non è molto sportivo e vuole rilassarsi, sono presenti aree picnic, bar e ristorante. Ma quello che maggiormente vale la pena visitare è l’area in cui è situato il Parco Internazionale della Scultura, una delle più importanti collezioni europee di scultura contemporanea che ospita opere di artisti come Gormley, Paladino, Oppenheim, Staccioli, per fare alcuni esempi. Particolari installazioni che conferiscono allo spazio verde di Catanzaro ancora più importanza. Da vedere anche il MUSMI, Museo Storico Militare, e l’anfiteatro in pietra che ospita rassegne di musica e teatro.
Se pensavate che i calanchi fossero solo in Basilicata, vi sbagliate: anche la Calabria ha i suoi calanchi bianchi, e alcuni di questi si trovano a Palizzi, in provincia di Reggio Calabria. Diventato Sito di Interesse Comunitario per via della particolarità che lo caratterizza, il luogo si trova nell’area grecanica, lungo la Costa dei Gelsomini. Si tratta di un fondale emerso da una profondità di 800 – 1000 metri sott’acqua, in quanto il sito era interamente sommerso fino a 4 milioni di anni fa. Una serie di rocce e calcari che si alternano con sedimenti marini di piccoli organismi fatti di plancton, che sovrapponendosi hanno dato vita agli attuali calanchi. Sullo sfondo il Mar Ionio, a fare da contrasto al bianco dei rari calanchi. Vedrete delle enormi montagne di calcare marino bianco, dall’aspetto arido e secco, circondati da terreno argilloso, e vi sembrerà di stare veramente su un altro pianeta.
Ritorniamo sul Tirreno cosentino, aggiungendo alla lista di consigli di cose da fare una puntata sul paese dalla rotonda sul mare, San Lucido. Palazzi nobiliari un tempo dimore di persone influenti e importanti per la vita sociale e politica dell’epoca, fanno da cornice al centro storico, rimasto per lo più intatto e ben curato nonostante lo scorrere del tempo. Palazzo Manes, palazzo Zagarese, palazzo Cavallo e i resti del castello Ruffo, dove nacque il Cardinale Fabrizio Ruffo. Vicino alla Rotonda, una vera e propria terrazza sul mare, da qualche anno primeggia la statua di Cilla, giovane donna che attende invano il ritorno dal mare di suo figlio Tuturo, pescatore morto in una notte di tempesta mentre era uscito con la sua barca. Locali storici e pieni della vita quotidiana di paese caratterizzano il paesino tirrenico, che offre una vista da lasciare a bocca aperta. Dopo aver fatto un giro nel centro storico, fermatevi in uno dei bar vicino alla rotonda, dove potrete sedervi a sorseggiare il vostro caffè oppure a rilassarvi con un aperitivo mettendovi seduti su divanetti con vista mare: il mare azzurro caratterizzato per la maggior parte da scogli, sarà un ottimo contorno per iniziare, se amate la luce calda del mattino, o terminare, se volete godervi il tramonto, in modo perfetto la giornata.
Non poteva mancare anche la provincia di Vibo Valentia tra i luoghi da toccare in primavera. Vi consigliamo, se siete da quelle parti, di visitare il paese fantasma di Papaglionti, in prossimità di Zungri, a 460 m sul livello del mare. Nel 1952 un’alluvione spinse i suoi abitanti a spostarsi in un territorio vicino, lasciando il paese completamente abbandonato, che si presenta adesso pieno di rovi e vegetazione che lo hanno per gran parte ricoperto. Nonostante ciò a Papaglionti Vecchio si trovano ancora delle strutture identificabili, come i resti della chiesa di San Pantaleone, quelli del castello francese, e quelli del palazzo della famiglia di Francia, la cui struttura risale al 1700. Inoltre lungo la strada sono situati anche due calvari, uno dei quali risalente alla fine del ‘600 al cui interno si trovava un dipinto che raffigura la crocifissione. Il suo nome pare abbia delle origini greco – bizantine, e deriverebbe da Paleontos, Papas Leonitius, persona ecclesiastica forse proprietario di un casale dal quale ebbe origine il villaggio nato nel primo medioevo. Una suggestiva passeggiata tra i resti e le rovine del paese abbandonato che vi consigliamo di fare.
Un classico quando si parla di mete estive, sempre piena di gente e super movimentata. Ma che ne pensate se invece di andarci in piena estate, quando dovreste dividere gli spazi con altre centinaia di persone, decideste di andarci in primavera?
La spiaggia dell’Arcomagno, a San Nicola Arcella, sul tirreno cosentino, è un posto di rara bellezza, dove la natura si fonde con le spiagge selvagge. Vi avvertiamo: non è facilissimo arrivarci, ma potete scegliere tra vari modi. Se volete arrivarci a piedi, dovrete utilizzare il sentiero scavato nella roccia che parte da contrada Marinella, un po’ ripido, ma percorribile in una decina di minuti. Se invece volete godervi la vista della grotta dal mare, potete farlo in barca, che attraccherà nelle spiagge libere adiacenti a quella dell’arco, oppure fittando un pedalò.
In ogni caso la vista che vi troverete davanti non vi lascerà indifferenti: un arco di roccia – da qui il nome – che si affaccia imponente sul mar Tirreno dai colori bellissimi. Di fianco all’Arcomagno si trova la Grotta del Saraceno, una cavità naturale al cui interno scorre una sorgente di acqua dolce, chiamata così in quanto pare fosse il principale punto di attracco dei Saraceni.
Una città nella città. Una definizione calzante per il centro storico di Cosenza, , cuore della parte vecchia a due passi dal più moderno corso Mazzini, pieno di locali e vetrine. Palazzi di rara bellezza – anche se in molti casi purtroppo decadenti – angoli particolari e muri affrescati: non si può non fare caso a quello che vedrete circondarvi quando vi sarete addentrati nel centro storico della città. I vicoli si diramano da Piazza XV marzo, dove si vedono la statua del filosofo cosentino Bernardino Telesio, il Teatro Rendano, il Palazzo della Provincia, l’Accademia Cosentina, Palazzo Sersale- Telesio, e la Villa Vecchia. Percorrendo Corso Telesio, si possono trovare le antiche botteghe, alcune delle quali ancora aperte, e bistrot dove fermarsi a mangiare buonissimi taglieri di salumi e formaggi, per poi finire con un caffè al Gran Caffè Renzelli, locale storico amato dai cosentini. Entrate poi nel Duomo, la Cattedrale di Cosenza, dove troverete al suo interno la cappella in stile barocco della Madonna del Pilerio, protettrice della città bruzia. Percorrete Corso Telesio, da una stradina arriverete alla “ficuzza”, luogo in cui da dentro un muro è cresciuto un albero di fichi, che sopravvive e resiste nonostante tutto, alla quale i cosentini sono molto affezionati.
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