Secondo il direttore del quotidiano Sallusti un asse fatto da stampa ostile, sinistra e pm compiacenti starebbe tramando contro la sorella della premier. Che attacca: «Mosse squallide e disperate». Tirato in ballo, insorge il leader di Italia viva
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«Vogliono indagare Arianna Meloni», a lanciare l’allarme è il Giornale con un articolo a firma del direttore Sallusti che ipotizza che un asse fatto da quotidiani ostili, sinistra e pm militanti sta tramando contro la sorella della premier. Arianna Meloni, che guida la segreteria politica di Fratelli d'Italia, potrebbe finire presto indagata per traffico di influenze sulle ultime nomine del governo. Dopo l’articolo la premier, riporta Ansa, ha fatto sapere che «purtroppo reputo molto verosimile quanto scritto da Sallusti», definendolo «gravissimo se fosse vero» e paragonandolo a «uno schema visto e rivisto soprattutto contro Silvio Berlusconi».
Si tratta secondo Meloni, di «un sistema di potere che usa ogni metodo e ogni sotterfugio pur di sconfiggere un nemico politico che vince nelle urne la competizione democratica». Quindi dopo aver «setacciato la vita mia e di ogni persona a me vicina, senza trovare nulla», la «peggior politica» è passata a «mosse squallide e disperate» come quella contro la sorella Arianna.
«Ma in fondo – aggiunge Meloni - sarebbe anche un buon segno, perché queste mosse squallide e disperate da parte della peggiore politica significherebbero solo che stiamo smontando il sistema di interessi che tiene in ostaggio l'Italia da troppi anni. Quindi, avanti a testa alta, con ancora maggiore determinazione». A fare quadrato intorno ad Arianna Meloni è poi lo stesso suo partito. Donzelli sostiene che «una cospirazione di giornalisti, politici di sinistra e magistrati compiacenti» stia accerchiando Arianna con «un colpo basso e surreale», non essendo riusciti a colpire la premier. Nel resto del centrodestra pro Arianna si schierano Andrea Crippa della Lega e Raffaele Nevi di Forza Italia: per il primo «lo scenario descritto preoccupa perché è verosimile»; per il secondo «è il vecchio vizio della sinistra di infangare gli avversari politici».
Tra i politici che farebbero parte del presunto “complotto”, Sallusti ne cita qualcuno legato a Matteo Renzi. Nell’articolo si parla ad esempio delle interrogazioni dei parlamentari di Italia viva, Raffaella Paita e Maria Elena Boschi, per vederci chiaro su un eventuale coinvolgimento della sorelle Meloni su nomine Rai e di Ferrovie dello Stato. Ed ecco quindi che arriva la replica di Renzi: «Le sorelle Meloni vedono i fantasmi?», è l'incipit del suo lunghissimo tweet, che continua sarcastico: «Vi immaginate? Io che organizzo complotti assieme ai giudici (io!) perché arrivi un avviso di garanzia!». Poi insinua: «O le sorelle Meloni sanno qualcosa che noi non sappiamo e che capiremo nei prossimi mesi oppure qualche panzerotto è andato di traverso: dentro FdI c'è troppo nervosismo». Ripete di essere garantista e «non giustizialista come quelli di FdI» e difende i suoi che, con le interrogazioni, hanno fatto quello che fa l'opposizione.