Le vittime e i carnefici sono soprattutto italiani. Questi i dati nazionali presentati dalla polizia di Stato nel rapporto "Questo non è amore 2019"
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In Italia ogni giorno ottantotto donne sono vittime di violenza, un caso ogni quindici minuti. Le vittime sono soprattutto di nazionalità italiana (l'80,2 per cento dei casi) così come i carnefici (74 per cento dei casi). Nell'82 per cento delle volte chi fa violenza su una donna non deve introdursi con veemenza nell'abitazione, ha le chiavi di casa o gli si apre la porta. È infatti quasi sempre il compagno o un conoscente. È questa la fotografia della violenza di genere in Italia stando ai dati nazionali presentati dalla polizia di Stato nel rapporto "Questo non è amore 2019". L'incontro, organizzato dalla Direzione centrale anticrimine, è stato voluto in occasione della Giornata internazionale contro la violenza di genere del 25 novembre.
Un fenomeno che, comunque, nel biennio 2018-2019 appare in diminuzione: «Calano del 16,7 per cento le violenze sessuali (nel 2017 erano in aumento del 14 per cento), -2,9 per cento i maltrattamenti in famiglia, -12,2 per cento gli atti persecutori. Rispetto al 2018, nel periodo gennaio-agosto 2019 diminuisce del 4 per cento il numero di vittime di sesso femminile sul totale degli omicidi, si passa infatti dal 38 per cento al 34 per cento».
In questo quadro, il femminicidio, che a fini operativi è stato definito come un atto criminale estremo perpetrato in danno della donna in ragione del proprio essere, fa registrare un aumento percentuale: si passa dal 37 per cento di femminicidi sul totale delle vittime di sesso femminile del 2018, al 49 per cento nel periodo gennaio-agosto 2019. Nel 61 per cento dei casi l'autore del femminicidio è il partner e l'arma da taglio è la più utilizzata.