«Faremo appello al Consiglio di Stato perché riteniamo che permanga un pericolo attuale nei confronti dell'ufficiale dell'Arma», ha detto l’avvocato di Sergio De Caprio
Tutti gli articoli di Italia Mondo
PHOTO
La sentenza del tribunale amministrativo regionale del Lazio ha rigettato nei fatti il ricorso per il mantenimento della scorta all'ufficiale dell'Arma dei Carabinieri Sergio De Caprio, colui che arrestò Totò Riina.
Lo scorso 16 ottobre, il Tar aveva sospeso in via cautelare il provvedimento con cui il ministero dell'Interno Matteo Salvini il 3 settembre 2018 aveva annullato la protezione per Sergio de Caprio.
Lo sfogo di capitano Ultimo sui social
«Respinto il ricorso per mantenere la sicurezza al capitano Ultimo e alla sua famiglia - scrive nel post pubblicato sui social - Ha vinto il generale Giovanni Nistri e tutti quei funzionari che lo hanno sostenuto in questa battaglia».
«Da oggi colpire il capitano Ultimo - prosegue Sergio De Caprio - sarà più facile per tutti. Stasera a Roma ricorderemo l'arresto di Riina alla casa famiglia, vi aspetto insieme ai carabinieri di allora, ai carabinieri di sempre, quelli che non abbandonano». E conclude: «ringrazio con le lacrime agli occhi le 157.000 persone che mi hanno sostenuto e mi sostengono, firmando la petizione online. Il vostro affetto è un onore immenso per me. Vi porto nel cuore uno a uno».
«Su di lui condanna a morte emessa da Cosa Nostra»
«E stavolta, dopo una prima ordinanza favorevole, ha negato la cosiddetta sospensiva» dice l'avvocato di capitano Ultimo, Antonino Galletti.
«Faremo appello al Consiglio di Stato perché riteniamo che permanga un pericolo attuale nei confronti dell'ufficiale dell'Arma, come evidenziato in tante sentenze penali dove è stata accertata in via definitiva l'esistenza di una condanna a morte nei suoi confronti emessa da Cosa Nostra», ha concluso Galletti.