È durato poco più di una settimana il sogno degli intraprendenti titolari della casa chiusa di Torino che proponeva appuntamenti con bambole in silicone, “real dolls” a grandezza naturale rifinite fin nei minimi dettagli. Un blitz della polizia municipale e dell’Asl di competenza ha portato alla chiusura della struttura per esercizio abusivo dell’attività di affittacamere e criticità legate all’aspetto igienico-sanitario.

 

In teoria, hanno chiarito i titolari, le bambole venivano igienizzate con un processo chimico della durata di circa due ore da un addetto che era stato formato con un “corso apposito”, ma evidentemente gli ispettori dell’Asl non si sono accontentati della spiegazione e hanno deciso di effettuare alcuni rilievi per verificare se nella struttura ci siano irregolarità legate all’aspetto igienico.

 

Nella casa, il cui indirizzo veniva comunicato ai clienti solo il giorno dell’appuntamento, offriva tre camere con doccia e la scelta tra 7 bambole femmine e un maschio per un costo di 80 euro l’ora. La struttura era del tutto legale ed è un franchising della catena Lumidolls, con sede a Mosca. Al momento della chiusura i titolari avevano già comunicato di avere il tutto esaurito fino a novembre.

 

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