Va a Pier Silvio e Marina Berlusconi, i primi due figli dell’ex premier, la maggioranza di Fininvest. È quanto si legge nel testamento di Silvio Berlusconi, aperto ieri mattina e di cui sono stati resi noti oggi i dettagli.

I figli di primo letto dell’ex Cavaliere, per mantenere la continuità aziendale, hanno ricevuto l'intera quota disponibile e raggiungono insieme il 53% del gruppo con quote paritarie, mentre un altro 21% va ai 3 figli avuti con Veronica Lario. Nessuno dei cinque figli avrà il controllo solitario sulla holding, che aveva invece il padre. Un pacchetto azionario che vale 2,4 miliardi di euro in borsa.

Silvio Berlusconi deteneva circa il 61% di Fininvest (che controlla anche Mediolanum, Mondadori e Mediaset) e il restante 40% era già suddiviso tra i 5 figli: 7,65% a testa, uguale anche per Marina, la presidente che è a capo di Mondadori e a Pier Silvio, che guida Mediaset.

Il testamento di Berlusconi è stato aperto ieri a Milano, nello studio del notaio Roveda alla presenza di due testimoni, l'avvocato Luca Fossati, in rappresentanza dei figli Marina e Pier Silvio, e dell'avvocato Carlo Rimini, in rappresentanza dei figli di secondo letto, Barbara, Eleonora e Luigi. Alla lettura del testamento gli eredi avrebbero partecipato in collegamento.

Al fratello Paolo sono andati 100 milioni, come all’ultima compagna Marta Fascina. Marcello Dell'Utri ha ricevuto 30 milioni di euro: «Sono commosso» ha detto a LaPresse «Sono sorpreso, non è una cosa che capita tutti i giorni».

La decisione su Fininvest e sul patrimonio era già stata presa nel 2006 nel primo testamento di Berlusconi, scritto a mano su un blocco con l'intestazione Villa San Martino: «Lascio la disponibile in parti uguali ai miei figli Marina e Pier Silvio. Lascio tutto il resto in parti eguali ai miei 5 figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi». Il secondo testamento è quello del 5 ottobre 2020, in cui Berlusconi aggiunge il lascito di 100 milioni al fratello Paolo.

Il 19 gennaio 2022, mentre sta per essere ricoverato al San Raffaele, l’ex presidente del Consiglio scrive le ultime volontà, in cui aggiunge i 30 milioni per Dell’Utri e i 100 per Fascina. «Per il bene che gli ho voluto e per quello che loro hanno voluto a me», scrive nella lettera ai figli che accompagna il testamento.

«Cara Marina, Pier Silvio, Barbara e Eleonora, sto andando al San Raffaele, se non dovessi tornare vi prego di prendere atto di quanto segue» inizia la lettera, che termina con un «grazie, tanto amore a tutti voi, il vostro papà».

Nel testamento di Silvio Berlusconi non c’è la concessione dell'usufrutto della villa di Arcore a Marta Fascina, come volevano indiscrezioni che erano circolate nelle ultime settimane. Villa San Martino rientrerebbe nel patrimonio dei beni, soprattutto immobili, ereditato dai figli: secondo LaPresse il 60% da Marina e Pier Silvio e il restante 40% da Barbara, Eleonora e Luigi. Saranno loro a decidere se concedere a Fascina diritti sulla villa di Arcore.