Continua a salire il bilancio delle vittime per il terremoto di magnitudo 7.9 che ha colpito il sud della Turchia, al confine con la Siria, la scorsa notte. In mattinata il numero dei morti ha superato le 5mila unità. E intanto non si fermano le scosse di assestamento: se ne contano oltre 300 e l'attività sismica nella zona resta alta. 
Secondo Catherine Smallwood, responsabile delle emergenze per l'Europa dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), i morti potrebbero arrivare anche a 20mila poiché «c'è sempre la possibilità che si verifichino altri crolli». Intanto il presidente turco Erdogan ha dichiarato 7 giorni di lutto nazionale e stabilito che le scuole di tutto il Paese rimarranno chiuse fino al prossimo 13 febbraio.
Intanto la macchina dei soccorsi si è messa in moto da ogni parte del mondo Italia compresa. La Turchia ha «ricevuto offerte di aiuto da 45 Paesi, oltre all'Unione europea e alla Nato», ha detto Erdogan. Ankara ha chiesto formalmente aiuto agli alleati della Nato. Secondo quanto si legge nella richiesta, inviata da Ankara, la Turchia ha bisogno di staff ed equipaggiamento medico, di diverse unità di ricerca e soccorso e di ospedali da campo, particolarmente adatti «alle avverse condizioni del tempo».

Terremoto in Anatolia: le notizie in tempo reale

Ore 18.02 - Si cerca un italiano disperso: ecco come si chiama

Si continua a scavare mentre non si fermano le scosse. C'è un italiano che ancora manca all'appello. "Si tratta di Angelo Zen, della provincia di Vicenza, siamo in contatto costante con la famiglia", ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani al Tg3 in collegamento dall'Unità di crisi della Farnesina.

Ore 18.00 - Il bilancio sale a oltre 5200 vittime

Il bilancio dei morti del terremoto al confine tra Turchia e Siria è di oltre 5.200 morti. Lo riporta Sky News.

Ore 13.20 - Stato di emergenza per 3 mesi in Turchia

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi nelle 10 province del sud est della Turchia che sono state colpite dal terremoto. Lo riporta Anadolu. 

Ore 13.00 - Prociv siriana: «Da soli non ce la facciamo»

La Protezione civile siriana del nord-ovest del paese ha lanciato un appello a volontari siriani e stranieri e a organizzazioni internazionali perché accorrano a sostenere i lavori di soccorso. «È una catastrofe umanitaria a cui non possiamo far fronte da soli», dice uno dei soccorritori allì'Ansa. «Ci sono più di 250 località distrutte completamente, e altre 400 distrutte in maniera parziale». 

Ore 11.50 - Mobilitate squadre di soccorso da tutt'Europa

«Dieci squadre di ricerca e salvataggio urbane sono state rapidamente mobilitate da Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Grecia, Paesi Bassi, Polonia e Romania per supportare i primi soccorritori sul campo», hanno dichiarato l'Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell e il commissario alle Emergenze Janez Lenarcic. «Anche l'Italia e l'Ungheria - aggiungono - hanno offerto le loro squadre di soccorso alla Turchia. Il centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell'Ue è in contatto diretto con le autorità turche per coordinare ulteriore sostegno, se necessario».

Ore 10.00 - I morti sono oltre 5mila

La Turchia ha aggiornato a 3.419 il numero dei morti, hanno reso noto le autorità locali citate dai media internazionali. Il dato porta il bilancio provvisorio complessivo delle vittime del sisma a 5.016, con le autorità siriane che da parte loro hanno contato finora 1.598 morti. Ma si continua a scavare sotto le macerie, ottomila circa le persone finora tratte in salvo. In Turchia, ha aggiunto il vice presidente turco Fuat Oktay, come riporta Anadolu, i feriti sono 20.534.

Ore 9.30 - Incendio in un porto

Un grande incendio sta divampando da ieri notte nel porto di Iskenderun (Alessandretta), località costiera del sud est della Turchia, e vicina al confine con la Siria, colpita dal terremoto. Lo rendono noto vari media locali secondo cui il fuoco potrebbe avere avuto origine a causa della caduta di alcuni container nel porto provocata dal sisma ma il motivo dell'incendio non è ancora stato ufficialmente determinato.

Ore 9.00 - Tajani: «Si cerca un italiano»

«L'unità di crisi della Farnesina ha contattato tutti gli italiani che erano nelle zone del terremoto: erano 61 nell'area più complicata e 168 nell'area più vasta. Li abbiamo contattati tutti tranne uno che non riusciamo a rintracciare. Il fatto è che non ci sono collegamenti, quindi non sappiamo nulla di lui. Continuiamo a ricercarlo. Era per lavoro in Turchia». Lo conferma ad Agorà su Rai 3 Antonio Tajani, parlamentare di Forza Italia e Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. L'italiano che ancora per la Farnesina è da cercare in Turchia era «nell'area colpita dal terremoto. Non abbiamo notizie precise di dove esattamente stesse nel momento in cui c'è stato il sisma», ha poi aggiunto il ministro. 

Il suolo si è spostato di 3 metri

(Foto Ansa)

Il suolo dell'Anatolia si è spostato di almeno tre metri: è la firma di uno dei terremoti più violenti mai registrati in Turchia. Si stima che il sisma sia stato mille volte più forte di quello di Amatrice del 2016 e trenta volte più forte di quello dell'Irpinia del 1980. La scossa, seguita da centinaia di repliche, è stata registrata dai sismografi di tutto il mondo, fino alla Groenlandia, come ha rilevato l'Istituto geologico danese. Il terremoto è avvenuto in una zona altamente sismica, punto d'incontro della placca Est anatolica, di quella Arabica e dell'Africana, con la prima che viene schiacciata dalla placca Arabica e spinta a Ovest, verso l'Egeo. Ad attivarsi è stata una delle due grandi faglie che attraversano la Turchia, quella Sud-Est anatolica, che «è una delle più attive nel Medio Oriente, insieme a quella del Mar Morto che attraversa Siria, Libano Israele e Giordania e che separa la placca Araba da quella Africana», osserva il presidente dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni. È lungo questa faglia che i due lembi del suolo si sono spostati: «Nella zona di massimo movimento è avvenuto uno spostamento di almeno tre metri», aggiunge Doglioni. Causa dello slittamento è stato un movimento «di tipo transpressivo», vale a dire che lungo la faglia il suolo si è spostato in senso orizzontale (quindi con un movimento di tipo trascorrente), durante il quale è avvenuta anche una compressione fra la placca Anatolica e quella Araba. «Lo spostamento di tre metri è una prima stima», osserva il presidente dell'Ingv e misure più precise, «saranno disponibili non appena avremo i dati satellitari. Al momento abbiamo a disposizione solo modelli numerici». I dati sono attesi dalle Sentinelle del programma Copernicus, di Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa) e dalla costellazione Cosmo Sky-Med, dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

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