Il ministro della Difesa boliviano, Edmundo Novillo, ha assicurato che «la situazione è già sotto controllo all'interno delle forze armate», dopo il tentativo di colpo di Stato, invitando la popolazione a «riprendere le proprie attività».

In dichiarazioni ai media, Novillo ha reso noto che dopo l'insediamento dei nuovi vertici militari, il presidente Luis Arce li ha incontrati, e ha dato loro l'incarico di assumere il pieno controllo delle forze armate.

«Voglio rassicurarvi - ha infine detto il ministro ai giornalisti - che è tutto sotto controllo. Non c'è bisogno di preoccuparsi, stiamo adottando le misure di sicurezza necessarie. Le unità militari hanno ricevuto istruzioni di tornare a svolgere a partire da subito tutte le loro attività normali». Novillo ha quindi fatto riferimento alle segnalazioni di lunghe file alle stazioni di servizio per il rifornimento di carburante, invitando i cittadini «a non preoccuparsi». Probabilmente, ha infine detto, «c'è chi ha paura, pensando che la situazione durerà a lungo, ma vogliamo dire loro che non è così. Tutto ora è sotto controllo». 

I militari dispiegati nella piazza Murillo, dove si affacciano i principali palazzi della democrazia boliviana, hanno smobilitato dopo la nomina del nuovo comandante dell'esercito, che ha chiesto a tutti di rientrare nelle caserme. «Salutiamo i militari che portano l'uniforme con orgoglio» diversi da quelli «che ripetono la storia cercando di fare un colpo di stato quando il popolo boliviano è sempre stato democratico», ha affermato il presidente boliviano, Luis Arce. «La nuova nomina dovrebbe placare gli appetiti incostituzionali», ha evidenziato, invitando la popolazione «a mantenere la calma».

Almeno 12 persone sono rimaste ferite in seguito al tentativo di colpo di Stato, alcune dai colpi sparati dai soldati in rivolta sulla Plaza Murillo e nelle sue vicinanze. Il bilancio dei feriti è stato fornito la notte scorsa sia dalla ministra della Presidenza, Maria Nela Prada, sia da quella della Sanità, María Renée Castro. Quest'ultima ha dichiarato che «le nostre brigate mediche sono entrate rapidamente in azione e hanno trasferito i feriti nelle strutture sanitarie cittadine competenti». 

Gli ex comandanti dell'Esercito e della Marina, Juan José Zúñiga e Juan Arnez Salvador, sono stati identificati come i principali artefici del tentato golpe, ed arrestati. In una conferenza stampa, il ministro dell'Interno, Eduardo del Castillo, ha affermato che i due ufficiali saranno processati per reati legati alla sicurezza interna.

Del Castillo ha sottolineato che «c'è un altro gruppo di persone che saranno indagate per aver contribuito alla realizzazione del tentato colpo di Stato. Una volta che saranno condannati - ha concluso - garantiremo che ciò non accada di nuovo». Sulla scia dell'accaduto, ieri il presidente Luis Arce ha nominato in una cerimonia i nuovi vertici delle forze armate: il generale José Wilson Sánchez Velásquez, come comandante dell'esercito, il generale Gerardo Zabala, quale capo dell'Aeronautica militare, e il vice ammiraglio Renán Guardia, alla guida della Marina.

Il vicepresidente della Bolivia, David Choquehuanca, aveva denunciato che era in corso un «colpo di stato» contro il governo di Luis Arce: «Denunciamo alla comunità internazionale che in Bolivia è in corso un colpo di stato contro il nostro governo democraticamente eletto», ha affermato Choquehuanca. Lo scrive l'Efe.

L'ex presidente della Bolivia, Evo Morales, aveva denunciato su X che «un gruppo del Reggimento speciale di Challapata ha occupato la Piazza Murillo (antistante al palazzo di governo) e ha appostato franchi tiratori». «Questo significa che il colpo di Stato è stato preparato in anticipo», proseguiva il post di Morales che conclude con un appello al popolo a «difendere la Patria da alcuni gruppi militari che agiscono contro la democrazia».

Zuniga - destituito dopo aver minacciato pubblicamente l'ex presidente Evo Morales - aveva dichiarato che presto sarà nominato un nuovo governo perché «il Paese non può andare avanti così». Il generale è stato intervistato dalla stampa boliviana dopo che un centinaio di militari da lui guidati hanno fatto irruzione nella sede del governo a piazza Murillo, a La Paz. L'azione delle forze armate era stata poco prima definita «irregolare» dal presidente Luis Alberto Arce. L'ex capo dello stato Morales ha invitato cittadini e movimenti politici a scendere in piazza. Dopo essersi allontanato dalla piazza, è stato arrestato dalla polizia.

La segreteria generale dell'Organizzazione degli Stati Americani (Osa) «condanna nella forma più energica l'azione dell'esercito boliviano» che deve immediatamente «sottomettersi all'autorità civile come previsto dalla carta democratica interamericana». Lo ha detto il presidente dell'Osa, Luis Almagro, intervenendo nel corso dell'Assemblea generale dell'organizzazione, in corso ad Assuncion in Paraguay. Almagro ha preso la parola immediatamente dopo esser stato informato della denuncia del presidente Luis Alberto Arce Catacora che su X ha riferito della presenza “irregolare” di unità dell'esercito a piazza Murillo, davanti alla sede del governo. «Esprimiamo la nostra solidarietà al presidente Arce. La comunità internazionale, l'Osa e la segreteria generale dell'Osa non tollereranno nessuna forma di rottura dell'ordine costituzionale legittimo in Bolivia e in nessun altro luogo», ha concluso Almagro.