Tra i lavoratori “in nero” del laboratorio di pellami per note griffe di moda anche una donna incinta e due minori
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«Ho sbagliato»: sono le uniche parole che un imprenditore di Melito di Napoli è riuscito a dire quando i carabinieri del Nas lo hanno arrestato con l'accusa di sfruttamento del lavoro, sequestro di persona e intermediazione illecita.
L'uomo, per aggirare i controlli, teneva segregati 43 operai “in nero” - tutti italiani, tra i quali una donna incinta e due minorenni - per sei ore in un locale angusto, privo di servizi igienici e finestre, che si celava dietro una sorta di porta blindata.
L'ispezione, iniziata per verifiche sulla mensa, che in realtà non esisteva, ha consentito di scoprire al lavoro altri 14 operai oltre ai 35 presenti che, verosimilmente, l'imprenditore non aveva fatto in tempo a nascondere.
I militari hanno sequestrato il laboratorio dove si lavoravano pellami per note griffe di moda, contenente attrezzature per circa 2,5 milioni di euro e comminato sanzioni per 600mila euro. L'arresto, ai domiciliari, è stato chiesto dalla procura di Napoli Nord e convalidato dal gip.