Sarebbe questa la linea che sembra prevalere in queste ore a Palazzo Chigi. Tra le ipotesi l'imposizione del vaccino ai soggetti fragili, come gli over 60 ancora senza iniezione
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L'escalation dei contagi - oggi il record dall'inizio della pandemia, 170mila - spinge il Governo verso una nuova stretta per frenare la corsa del virus. La partita è ancora aperta, ma viste le frizioni che agitano la maggioranza con ogni probabilità l’obbligo di super green pass per accedere al posto di lavoro - sia nel pubblico che nel privato - non approderà domani in Consiglio dei ministri.
Si va verso una stretta solo su alcune categorie, quelle che rischiano di mandare in affanno il sistema sanitario nazionale. Tra le ipotesi in campo spunta, infatti, in alternativa all'imposizione del super green pass a tutti i lavoratori, anche l'obbligo vaccinale per i soggetti fragili, i più a rischio, come gli over 60: sono 1,2 milioni gli italiani in questa fascia d'età ancora senza iniezione e sono quelli che affollano ospedali e terapie intensive, determinando anche il cambio di colore delle regioni.
L’estensione del passaporto vaccinale dovrebbe dunque arrivare, ma in misura più ristretta, toccando cioè fasce di popolazione considerate più vulnerabili o categorie di lavoratori considerate maggiormente esposte al rischio, come già avvenuto per il personale della sanità, della scuola e delle forze dell’ordine.
Oggi il premier Mario Draghi ha incontrato il ministro Renato Brunetta in vista del Consiglio dei ministri di domani. Un incontro "assolutamente positivo". Si è ragionato - si apprende da fonti di governo - sul migliore utilizzo, ai fini del contrasto al picco pandemico, della flessibilità nel ricorso allo smart working già prevista dalle regole vigenti, tanto per il lavoro privato quanto per il lavoro pubblico.