Un insediamento dei Dogon nell'Africa subsahariana è stato attaccato e raso al suolo, forse in risposta alla carneficina del marzo scorso in cui persero la vita 160 persone di etnia Fulani
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Nel villaggio di Sobane-Kou, nel centro del Mali, sono state uccise almeno 95 persone (cento secondo quanto riferisce la Bbc in un tweet) nella notte tra domenica e lunedì. Circa una trentina sarebbero i dispersi. Gli abitanti del villaggio, che è stato quasi raso al suolo, sono tutti di etnia Dogon.
«Abbiamo 95 civili uccisi al momento, i corpi sono bruciati, continuiamo a cercare cadaveri», ha dichiarato un funzionario del comune di Koundou (distretto di Koro).
I precedenti
Fra le possibili cause scatenanti dell’attacco la matrice più accreditata sarebbe quella della faida etnica. Infatti pare che da gennaio ci siano degli scontri tra i cacciatori Dogon e i pastori Fulani che abbiano già causato un centinaio di vittime.
Inoltre, lo scorso marzo circa 160 persone di etnia Fulani furono uccise in una serie di attacchi nella regione centrale di Mopti. Secondo i funzionari locali, gli autori dell'attacco erano membri di una milizia di etnia Dogon.