La 17enne scampata al massacro della sua famiglia avrebbe partecipato alle torture e all'omicidio della madre e dei due fratelli convinta che il demonio fosse entrato in casa.

Dopo giorni di silenzio è stata lei stessa a confessarlo ai magistrati della Procura dei minori che la seguivano, dopo l'arresto del padre reo-confesso dei delitti, e l'avevano affidata a una comunità protetta. Ammissioni che le sono costate l'accusa di omicidio plurimo e occultamento di cadavere e il carcere. È l'ennesimo macabro tassello di un giallo dai contorni horror: la strage di Altavilla Milicia.

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«Il rito collettivo era iniziato da un mese e coinvolgeva tutta la famiglia Barreca e la coppia formata da Massimo Carandente e Sabrina Fina. Erano tutti preda di un delirio mistico», ha raccontato il procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio che, insieme alla procuratrice dei minori Claudia Caramanna, coordina le indagini sull'uccisione di Antonella Salamone e dei suoi due figli Kevin ed Emanuel, di 5 e 15 anni.

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In carcere per i delitti ci sono Giovanni Barreca, marito e padre delle tre vittime e i suoi complici Massimo Carandente e Sabrina Fina, tre invasati con l'ossessione per il demonio. «Credo in dio e nei demoni», avrebbe detto la ragazza alla pm che a quel punto ha sospeso l'interrogatorio e le ha nominato un legale d'ufficio. L'unica superstite dell'eccidio dunque sarebbe stata risparmiata perchè avrebbe condiviso il progetto e la realizzazione della strage.