Cinquemila studenti, per ricordare le vittime della strage di Capaci, si sono radunati stamane davanti al Palazzo di giustizia di Palermo. Sono le ragazze e i ragazzi di 56 scuole siciliane che aderiscono alla Rete per la cultura antimafia che ha come capofila l'istituto Giuliana Saladino di Palermo. Rappresentazioni teatrali, lettura di poesie e performance musicali si alternano in piazza Vittorio Emanuele Orlando a 32 anni dalla strage.

«Se la mafia fosse solo un'organizzazione criminale avremmo già vinto – afferma Giusto Catania, dirigente della Saladino - per questo dobbiamo incidere sulla formazione. Con questo obiettivo, lo scorso anno, è nata la Rete che riunisce 139 scuole e che oggi organizza cinquanta manifestazioni in Sicilia. Ma la nostra azione si svolge durante tutto l'anno con iniziative che riguardano anche la didattica per gli insegnanti».

«Siamo convinti che nella lotta alla mafia bisogna partire dai giovani», afferma Giuseppe Tango, presidente a Palermo dell'Associazione nazionale magistrati che insieme all'Ordine degli avvocati, guidato da Dario Greco, ha aderito alla manifestazione. Davanti al tribunale stamane c'è anche don Luigi Ciotti, il fondatore di Libera.

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Il messaggio del premier Meloni

«Ricorre oggi il 32esimo anniversario della strage di Capaci. Giovanni Falcone ci ha insegnato che 'gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini. Fare ogni giorno tesoro di queste parole è il modo migliore che tutti noi abbiamo per onorare il sacrificio di chi ha perso la vita a Capaci quel 23 maggio 1992. Non disperdere i loro insegnamenti, il loro coraggio, portare avanti quei valori di Libertà, Giustizia e Legalità che hanno reso immortali: più forti del tritolo e delle bombe di vigliacchi criminali senza scrupoli». Lo afferma sui social la premier Giorgia Meloni.

«Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani e tutti gli altri eroi che hanno combattuto per una società libera dall'oppressione mafiosa, vivono ancora e per sempre nei nostri cuori - aggiunge -. Le loro idee camminano sulle nostre gambe e su quelle di chi verrà dopo di noi. Contro ogni mafia, sempre».

Mattarella: «La mafia può essere sconfitta»

«Come sostenevano Falcone e Borsellino, la Repubblica ha dimostrato che la mafia può essere sconfitta e che è destinata a finire. L'impegno nel combatterla non viene mai meno. I tentativi di inquinamento della società civile, le intimidazioni nei confronti degli operatori economici, sono sempre in agguato. La Giornata della legalità che si celebra vuole essere il segno di una responsabilità comune». Lo dice il Capo dello Stato, Sergio Mattarella in un messaggio nel 32° anniversario della strage di Capaci.

«È necessario tenere alta la vigilanza. Gli anticorpi istituzionali, la mobilitazione sociale per impedire che le organizzazioni mafiose trovino sponde in aree grigie e compiacenti, non possono essere indeboliti. L'eredità di Falcone e Borsellino è un patrimonio vivo che appartiene all'intera comunità nazionale. Portare avanti la loro opera vuol dire lavorare per una società migliore», conclude Mattarella.