Attesa straziante dei parenti a causa delle spaventose conseguenze dell’impatto sui corpi dei cinque operai travolti e uccisi da un treno in transito il 30 agosto scorso
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Non solo il dolore immenso per una morte che poteva e doveva essere evitata, ora anche lo strazio di un funerale che viene rimandato per la difficoltà di ricomporre le salme dei loro cari, letteralmente fatti in mille pezzi. Il disastro ferroviario di Brandizzo, costato la vita a cinque operai travolti e uccisi da un convoglio in transito (Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Saverio Giuseppe Lombardo, Giuseppe Aversa e Kevin Laganà, di appena 22 anni, ha uno strascico di sofferenza infinita. Lo racconta La Stampa, dando conto dell’attesa che stanno vivendo i parenti. Ma le date dei funerali sono ancora lontane.
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“È lungo, interminabile anche il lavoro della polizia scientifica incaricata di attribuire ogni resto a un corpo, ogni «reperto» a un nome”, si legge sul giornale di Torino. «Uno strazio, mi creda - confida un investigatore – ma lo dobbiamo alle vittime e a chi è rimasto a piangerli».
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Negli ultimi giorni diversi parenti degli operai si sono presentati agli investigatori, rispondendo a una precisa richiesta della Procura, per comunicare e consegnare tutto ciò che possa consentire il riconoscimento delle salme. Esami medici, radiografie, ecografie, foto di tatuaggi, arcate dentali che attestino impianti odontoiatrici. Insomma, qualunque cosa possa rivelarsi utili in questo drammatico frangente. Purtroppo, da ciò che si apprende, sono più di mille i «reperti» che devono trovare un loro posto nelle bare che attendono per l’ultimo saluto.