Si attendeva l'ufficialità e ora è arrivata: la Ue ha dato il via libera alla nomina di Luigi Di Maio come inviato speciale nel Golfo Persico. Il Consiglio europeo ha ratificato la nomina su indicazione dell’Alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri Josep Borrell. Decisione che aveva già scatenato feroci polemiche in Italia. L'ultimo passaggio dell'iter prevedeva che la proposta dell'Alto Rappresentante Ue per la Politica estera, venisse approvata senza discussione alla prima riunione utile del Consiglio Ue.

Uno stipendio da cinque stelle (o no)

Per il suo ruolo da inviato speciale l'ex leader pentastellato percepirà un minimo di 13mila euro mensili netti. A questa cifra vanno aggiunti altri benefit. La scelta di Borrell di indicare Di Maio aveva suscitato diverse polemiche nel nostro Paese. La Lega aveva criticato la decisione Ue, mentre il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva sottolineato che l'ex pentastellato non fosse il candidato del governo.

Un sottosegretario agli Esteri di fatto

Di Maio dovrà gestire gli approvvigionamenti di gas e petrolio che provengono dalla regione del Golfo Persico, oltre che i rapporti, piuttosto tesi, del nostro paese con l'Iran. A differenza degli ambasciatori per l’Unione europea, che rappresentano l’Ue in un singolo Paese, i rappresentanti speciali hanno responsabilità su questioni specifiche, in genere conflitti, che interessano regioni particolari o aree sovranazionali. Il ruolo dell'ex pentastellato potrebbe dunque essere equiparato a quello di un sottosegretario agli Esteri con delega per una particolare area o territorio. Mansioni che hanno suscitato alcune perplessità: «Luigi Di Maio durante il suo mandato come titolare della Farnesina ha creato in maniera ripetuta incidenti diplomatici con alcuni Paesi parte del Golfo Persico - sottolinea ancora Zanni -. Di Maio ha presentato la candidatura quando era ministro degli Esteri in un governo precedente, quindi non è il candidato del governo», ha ribadito anche questa mattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine del Consiglio Affari Esteri a Lussemburgo.