Nel mirino dei Finanzieri di Palermo dei lavoratori dipendenti che per tre anni hanno arrotondato lo stipendio ai danni dell’ente previdenziale. Disposti diversi sequestri beni per un totale di un milione di euro
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Si sono finti malati di talassemia, meglio conosciuta come anemia mediterranea, presentando falsi certificati medici per percepire una pensione di 513 euro al mese per 13 mensilità.
Questa mattina all'alba i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo nel corso dell'operazione "Sanguisuga" coordinati dalla procura del capoluogo siciliano, hanno eseguito i sequestri per equivalente ai beni di 39 (dei 54 indagati) posti sotto indagine per falso e truffa ai danni dell'Inps, disposti dal gip Annalisa Tesoriere su richiesta del sostituto procuratore Claudia Ferrari. Agli indagati sono stati sequestrati conti correnti, auto, moto e beni immobili per un totale di un milione di euro.
Una maxi truffa
Una maxi truffa, quella dei finti talassemici, scoperta dopo mesi di controlli incrociati delle fiamme gialle guidate dal colonello Cosmo Virgilio. Le indagini, sono partite dall'analisi dei flussi di spesa di enti pubblici risultati anomali, confermate dagli accertamenti interni degli ispettori dell'ente di previdenza nazionale. I finanzieri hanno tenuto sotto mirino dei lavoratori dipendenti che per tre anni hanno arrotondato lo stipendio truffando l'Inps. Fra loro anche due dipendenti dell'ente di previdenza nazionale che lavoravano proprio nell'ufficio che erogava le pensioni d'invalidità. I 54 indagati fanno parte della terza tranche dell'indagine che ha già mandato a processo i primi dodici falsi invalidi.
Il ruolo dei dipendenti Inps
Una pensione di invalidità, questa per i malati di anemia mediterranea, poco conosciuta ai lavoratori. «Solo i pochi sfortunati che realmente sono affetti da questa patologia sanno che è possibile ottenere l'assegno dall'Inps - sottolinea il colonello Cosmo Virgilio - Per venire a conoscenza di questo aiuto era necessario che qualche addetto ai lavori facesse da collettore della truffa». E puntualmente i finanzieri hanno scoperto fra gli indagati due dipendenti infedeli che si facevano erogare illegalmente l'indennità, pur essendo sani come pesci.
La truffa si avvaleva del supporto dei due dipendenti Inps, ma soprattutto di due titolari di Caf a Palermo che prospettavano agli indagati la possibilità di arrotondare gli stipendi truffando l'Istituto di previdenza. Centri che hanno chiuso non appena hanno avuto il sentore delle indagini della guardia di finanza e i cui titolari sono ad oggi irreperibili. Per ottenere la pensione bastava dimostrare di avere più di 35 anni di età, dieci anni di contributi da lavoro dipendente e presentare un certificato medico che attestasse la patologia.
I Certificati medici sono stati redatti da due medici, uno dell'ospedale Civico, l'altro di villa Sofia Cervello risultati poi estranei alla vicenda.
I militari hanno accertato che i certificati venivano falsificati dagli stessi indagati attraverso appositi timbri di enti inesistenti come la "la banca del sangue". I finanzieri hanno poi scoperto che i 54 falsi invalidi non risultavano iscritti nel "Registro Siciliano delle Talassemie ed Emoglobinopatie", il registro dove chiunque abbia patologie che prevedono trasfusioni di sangue o emoderivati viene iscritto.