La rivalità tra i trapper Simba La Rue e Baby Touché alimenta scontri e violenze tra bande. Alla fine, la faida porta a 9 arresti. Nelle province di Bergamo, Como e Lecco, i carabinieri del comando provinciale di Milano hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del capoluogo lombardo a carico di 9 persone, responsabili, a vario titolo, di sequestro di persona, rapina e lesioni aggravate.

Le indagini, svolte dalla compagnia carabinieri Milano Duomo e coordinate dalla procura di Milano si sono concentrate sui contrasti emersi da ormai diversi mesi tra due bande giovanili nate attorno ai trapper 'Simba La Rue' e 'Baby Touché'. Le gang erano governate da regole di fedeltà reciproca e di omertà. I membri delle bande si sono resi protagonisti di diversi episodi di violenza legati alla rivalità: alla base dello scontro, anche la 'sfida' per il successo delle produzioni musicali dei trapper.

Le modalità e le circostanze dei reati commessi, spiegano gli investigatori, denotano «una spiccata capacità delinquenziale e pericolosità sociale» dei soggetti coinvolti, i quali «hanno agito con il puro scopo di aggredire e intimidire i membri del gruppo rivale», utilizzando armi e postando contenuti sui loro profili social, seguitissimi da giovani e giovanissimi, innescando una serie di «aggressioni a cascata».

In pratica, gli aggressori nel giro di pochi giorni diventavano aggrediti, dando vita a una spirale di aggressioni-ritorsioni-aggressioni che si autoalimentava, producendo crimini sempre più cruenti e pericolosi: dalle lesioni anche con armi da taglio, alla rapina e al sequestro di persona. Del resto, osservano gli investigatori, «tutto il meccanismo pubblicitario costruito intorno ai comportamenti e alle azioni delle bande, attraverso le canzoni, i video e anche i social network, puntava all'imitazione e alla glorificazione delle azioni delittuose, moltiplicando gli effetti pericolosi delle azioni stesse», oltre all'acquisizione di visibilità e potere nell'ambiente trap.

Le indagini

L'operazione di oggi è il risultato di una serie di attività tecniche e di analisi dei tabulati telefonici e di decine di profili social dei personaggi coinvolti che hanno consentito di ricostruire, in primo luogo, le circostanze di una rapina avvenuta a Milano, in via Lodovico Settala, la notte dello scorso primo marzo quando alcuni malviventi con il volto coperto hanno aggredito in strada un 22enne italiano e un 27enne pugile tunisino, colpendoli con calci e pugni e accoltellando il pugile alle gambe, portandosi poi via uno smartphone.

Gli autori della rapina, identificati, sono risultati sette soggetti, di cui 6 maggiorenni e 1 minorenne, appartenenti al gruppo di Simba La Rue. Movente del gesto, una precedente aggressione avvenuta ai danni di un membro del gruppo che, lo scorso 14 febbraio, era stato circondato e ripetutamente colpito da una decina di giovani mentre si trovava nei pressi della stazione ferroviaria di Padova.

Le indagini hanno permesso anche di chiarire la dinamica del sequestro dello stesso trapper Baby Touché, rapito il 9 giugno scorso a Milano da quattro membri del gruppo di Simba La Rue, i quali, dopo averlo aggredito e costretto a salire su un’autovettura, lo avevano fatto oggetto di vessazioni e umiliazioni, poi pubblicate sui profili social e rilasciandolo dopo alcune ore in provincia di Lecco.

Nei confronti del minorenne, appartenente alla banda di Simba La Rue e la cui partecipazione alla rapina del primo marzo è stata ampiamente dimostrata dalle indagini, la procura per i minorenni di Milano ha disposto l'arresto ed ha emesso un decreto di perquisizione domiciliare, eseguito contestualmente ai provvedimenti restrittivi.

Nelle scorse settimane, i carabinieri avevano trasferito il giovane al Beccaria di Milano perché destinatario di un ordine di esecuzione per la carcerazione, dovendo scontare una pena di 1 anno e 4 mesi per tentata estorsione, rapina, atti persecutori e minaccia. Quindi avevano denunciato a piede libero altri due giovani appartenenti al gruppo di Simba La Rue per porto di armi o oggetti atti ad offendere e detenzione abusiva di armi e munizioni, dal momento che nel corso di un controllo su strada a bordo di un'auto erano stati trovati in possesso, rispettivamente, di un coltello e di una pistola scacciacani priva del tappo rosso con 16 munizioni.