Un emendamento della maggioranza firmato dal dem Parrini introduce la novità in Costituzione. Il testo modifica quello approvato in prima lettura a luglio alla Camera
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Anche i diciottenni potranno votare per il Senato. E anche i venticinquenni potranno essere eletti senatori.
Il via libera arriva dalla Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama con una riforma costituzionale che permetterà di entrare in Senato appena compiuti 25 anni e di votare appena si diviene maggiorenni: 18 anni.
Attualmente, per votare occorre aver compiuto 25 anni mentre per essere candidati ed eventualmente eletti l'età minima richiesta è di 40 anni. Dunque si equiparano i requisiti fra Camera e Senato.
«Riforma epocale»
«Si tratta - spiega Dario Parrini, capogruppo del Pd in Commissione, che ha presentato a nome della maggioranza l'emendamento che porta a 25 anni la soglia dell'elettorato passivo - di una riforma epocale».
«Si supera - aggiunge - la paradossale e ormai anacronistica esistenza di un ramo del Parlamento dotato degli stessi poteri dell'altro, ma non eletto a suffragio universale e si dà un segnale di giustizia, di serietà e di attenzione verso milioni di giovani tra i 18 e i 25 anni che sono tuttora dei cittadini con diritti politici dimezzati. Il provvedimento andrà al più presto in Aula».
«La Commissione Affari costituzionali al Senato ha appena approvato il ddl per modificare l'età per votare per la Camera alta, che passa da 25 anni a 18, e quella per candidarsi, che scende da 40 a 25. Rispettiamo gli impegni presi, avanti con il cronoprogramma delle riforme», scrive invece su Twitter il ministro Federico D'Incà.
Il testo votato era stato approvato in prima lettura dalla Camera il 31 luglio del 2019.
La riforma rivendicata da più fazioni
Il merito di avere portato la soglia dell'elettorato passivo a 25 anni viene rivendicato anche da Fratelli d'Italia, che parla di vittoria su una battaglia storica, e dalla Lega, che avevano presentato emendamenti simili. Al momento del voto solo i senatori di Forza Italia si sono astenuti.
La quasi unanimità intorno al testo però non evita le polemiche. I grillini rivendicano anche loro la grande importanza della modifica costituzionale. «Oggi in Commissione Affari Costituzionali del Senato abbiamo compiuto un importante passo verso un traguardo che possiamo definire storico», scrivono in una nota le senatrici e i senatori del Movimento 5 stelle in Commissione affari costituzionali.