Dalle indagini emerge una rete di scommesse clandestine, con giri milionari e pagamenti mascherati. Ora i nomi pesanti tremano: 5 richieste di arresti domiciliari, una dozzina di calciatori indagati. Nessuno si sarebbe venduto le partite, ma le puntate – su piattaforme illegali – avvenivano anche nei ritiri della Nazionale
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Il calcio italiano si ritrova ancora una volta al centro di uno scandalo che intreccia soldi, scommesse illegali e pratiche opache. Dodici calciatori di Serie A sono finiti nel mirino della Procura di Milano, nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza che ha portato, nei giorni scorsi, al sequestro preventivo di un milione e mezzo di euro. Ma non è solo il dato economico a impressionare: a colpire è soprattutto la rete parallela che emerge dalle indagini, fatta di piattaforme clandestine, transazioni simulate e una sorprendente complicità imprenditoriale.
Tutto parte dai telefoni sequestrati nell’ottobre 2023 a Sandro Tonali, ex centrocampista del Milan e oggi al Newcastle, e a Nicolò Fagioli, oggi alla Fiorentina dopo l’esperienza alla Juventus. Le chat estratte dai dispositivi hanno aperto uno squarcio su un sistema diffuso e ben organizzato, che si sarebbe protratto tra dicembre 2021 e ottobre 2023.
I due calciatori, già sanzionati sul piano sportivo, sono adesso indagati anche penalmente per aver giocato – e fatto giocare altri – su piattaforme non autorizzate, come Betsport22.com, Swapbet365.eu, Vipsport360.com e Texinho.com. Non solo: avrebbero ricevuto bonus e riduzioni dei propri debiti in cambio del reclutamento di nuovi utenti tra amici e compagni di squadra.
Secondo gli investigatori, al centro del sistema ci sarebbero due figure: Tommaso De Giacomo, che operava da una sala scommesse Snai (estranea all’inchiesta), e Patrick Frizzera, tecnico esperto in piattaforme digitali. I due avrebbero gestito il cuore del sistema, convogliando i soldi dei giocatori in modo occulto attraverso una gioielleria milanese, la Elysium Group srl.
Ed è qui che l’inchiesta prende una piega ancora più inquietante. I calciatori, spesso in ritardo con i pagamenti, venivano invitati a regolare i propri debiti simulando l’acquisto di orologi di lusso: bonifici perfettamente tracciabili, intestati a Rolex e Audemars Piguet mai consegnati, che restavano in realtà nella disponibilità dei gestori delle scommesse.
I giocatori uscivano con una fattura in regola, ma senza il bene acquistato. Un sistema di riciclaggio mascherato da transazione commerciale, che secondo i pm Roberta Amadeo e Paolo Filippini ha visto la complicità attiva di tre amministratori della gioielleria – Antonio Scinocca, Antonio Parise e Andrea Piccini – per i quali è stata avanzata la richiesta di arresti domiciliari, insieme agli stessi De Giacomo e Frizzera.
L’inchiesta cita anche un arbitro di Serie D, Pietro Marinoni, amico della sorella di Tonali, indicato come intermediario nel reclutamento di altri scommettitori e nella gestione tecnica dei conti di gioco sulle piattaforme Betsport22.com, Swapbet365.eu, Vipsport360.com, Texinho.com.
Secondo gli inquirenti, Tonali avrebbe collaborato in modo più trasparente rispetto a Fagioli. Il primo avrebbe ammesso il reclutamento di altri giocatori, in cambio di bonus o riduzioni del proprio debito. Il secondo, invece, avrebbe negato tutto, fornendo una versione ritenuta incongruente con i dati contenuti nei dispositivi analizzati.
Le chat dimostrerebbero che altri venti giocatori avrebbero partecipato a sessioni di poker online illegale, in "stanze chiuse" accessibili tramite password. Anche in questo caso, non si tratterebbe di calcio scommesso, ma la partecipazione a giochi non autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli basta per attivare l’articolo 24 del codice di giustizia sportiva, che prevede squalifiche fino a tre anni, in base alla gravità.
Secondo quanto emerge, la motivazione principale non era arricchirsi, ma riempire il tempo nei ritiri, soprattutto quelli della Nazionale. Ma l’effetto finale è quello di un sistema malato, che trascina giù la credibilità del calcio italiano, proprio mentre cerca di risalire la china.
E mentre l’inchiesta si allarga – coinvolgendo anche altri atleti non ancora pubblicamente noti – la sensazione è che il mondo dorato dei ritiri, tra PlayStation, poker e noia, nasconda una zona grigia pericolosa, dove nemmeno gli stipendi milionari bastano a tenere lontani i demoni del gioco.