«5Stelle e PD? Da due giorni sono già al governo insieme, per ora a Bruxelles. Tradendo il voto degli Italiani che volevano il cambiamento, i grillini hanno votato il Presidente della nuova Commissione Europea, proposto da Merkel e Macron, insieme a Renzi e Berlusconi. Una scelta gravissima, altro che democrazia e trasparenza». Così Matteo Salvini lancia un affondo ai pentastellati, insinuando una probabile alleanza in Europa con il Pd dopo il voto discordante di M5s (a favore) e Lega (contro) in merito all'elezione di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione europea. La Lega, che sembrava indirizzata a dare il consenso alla politica tedesca di centro-destra, ha cambiato idea all’ultimo, definendo i suoi interventi «troppo di sinistra».

Di Maio: «la crisi non c'è e non ci sarà»

«La crisi non c'è e non ci sarà, quello che c'è è l'unico governo possibile». Quanto all'ipotesi di una nuova maggioranza con il Pd, «non faremo mai alleanze con il partito di Bibbiano». Intervistato dal Corriere della Sera, il vicepremier Luigi Di Maio nega l'ipotesi di una nuova maggioranza se il governo dovesse cadere. E sullo scontro per il voto divergente alla numero uno della Commissione europea il ministro dello Sviluppo richiama all’impegno politico il vicepremier leghista: «La Lega ha vinto le elezioni Europee, ora dimostri qualcosa». Quanto al caso Russia, ribadisce l'invito a Salvini a riferire in Aula.

«Io sono sicuro dell'esecutivo e ritengo ingiusto che ogni giorno si minacci una crisi di governo. Dal mio punto di vista ci sono delle riforme che si devono fare», dice Di Maio intervistato nella trasmissione Uno Mattina. «Non ci sono tre no», ha aggiunto, parlando di Autonomia, Manovra e Giustizia e rispondendo alle dichiarazioni di Matteo Salvini che precendemente aveva lanciato un monito ai pentastellati: «Se continuano con i No cambia tutto»

«Se avessi il minimo sospetto sulla Lega (sul caso dei soldi dalla Russia) non starei al governo con loro», ha proseguito il vicepremier Luigi Di Maio, aggiungendo che «il tema è che se il Parlamento chiede un'audizione è giusto che quella persona (Matteo Salvini) vada in Parlamento».