Il ministro dell’Interno Matteo Salvini chiede dei “passi avanti” su Giustizia, Autonomia, Manovra perché «Le cose si fanno o non si fanno e la Lega va avanti. Ma se dovessero arrivare altri tre no, allora cambia tutto». Il vicepremier leghista parla riferendosi al collega M5s Luigi Di Maio. Sul caso dei presunti fondi russi, conferma che si recherà in Parlamento «a ribadire quello che ha sempre detto», chiedendosi però «cosa mai debba riferire il premier Conte sulla Russia». E gli lancia una stoccata al vetriolo: «Ribadisce ogni giorno che è il presidente del Consiglio. Chi l'ha mai messo in dubbio? Io non mi alzo la mattina dicendo 'Matteo sei il ministro dell'Interno, accidenti!'».

Il leader del Carroccio ribadisce, inoltre, il disappunto sul voto europeo dei pentastellati: «Ecco, mi auguro che il voto dei 5 Stelle all’Europa di Merkel e Macron non significhi una manovra alla Monti. Non so se la Von der Leyen è lì che aspetta di far crescere l’Italia. Ho sentito il discorso: se il buongiorno si vede dal mattino… Tra qualche mese chiederemo conto a chi l’ha eletta del senso di quel voto, perché avremmo potuto cambiare la storia».

Salvini: «Se continuano con i no cade il Governo»

In un’intervista a Repubblica Salvini è stato chiamato a rispondere anche sulla possibilità avuta, di far cadere il governo a maggio, dopo lo straordinario risultato delle Elezioni Europee. «Io non sono fatto così. Non bado alla convenienza immediata o partitica. Certo, se questi ogni giorno vanno avanti a far così…». Repubblica precisa che Salvini «fa con le mani il segno che è tutto finito». Cade il governo?
«Ma è una scelta loro» e poi: «Se ogni giorno c’è un no, è una scelta loro».

La replica di Di Maio e Conte

Il vicepremier del M5s Luigi Di Maio, mercoledì, aveva rimandato al mittente le continue accuse della Lega, affermando che finora gli unici "no" sono stati quelli del Carroccio e che «siamo disponibili anche a votare la Flat tax ma ancora non c'è stato mostrato un piano sulle coperture».

Il capo del governo Conte intanto ha scritto una lettera a Repubblica in cui parla di possibili danni all’Italia dopo il tradimento della Lega alla Ue. 

«La designazione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea – spiega Conte – è stata da me condivisa, per la sua storia personale e politica, e perché questa soluzione avrebbe consentito all’Italia di ottenere un portafoglio economico di rilievo, in particolare la ‘concorrenza’, come da me richiesto, e avrebbe aperto a buone prospettive per l’Italia anche con riguardo alle restanti nomine».

«Come è noto – dice Conte nella lettera – gli Europarlamentari eletti con la Lega, a differenza di quelli del Movimento 5 Stelle, hanno espresso voto contrario. Non sono in condizione di prefigurare se questa contrarietà avrà ripercussioni sulle trattative che si svolgeranno per definire la composizione della squadra di neo-Commissari. Di certo non si tratta di rivendicare una ‘poltrona’ a beneficio di una singola forza politica. Si tratta di difendere gli interessi nazionali e di rivendicare per l’Italia il posto di prestigio che merita».