La Camera ha approvato il rinvio della discussione sulla proposta di legge presentata dalle opposizioni per istituire un salario minimo di 9 euro l’ora. Se ne riparlerà dopo le vacanze. Opposizioni all’attacco: «La povertà non va in vacanza, porteremo questa battaglia nelle piazze»
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«Vergogna», urlano dai banchi i deputati del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle. La maggioranza, con 168 sì, ha rimandato la discussione sul salario minimo a non prima del 29 settembre.
La proposta di legge per istituire un salario minimo di 9 euro l’ora era stata presentata alla Camera da tutte le opposizioni unite, tranne Italia Viva di Renzi. Aveva da subito incassato i rifiuti dei membri del Governo, da Giorgia Meloni che lo definisce slogan al vicepremier Tajani che sostiene sia una proposta da Unione Sovietica e stava per essere definitivamente cancellata da un emendamento soppressivo che la maggioranza aveva portato in Commissione Lavoro, dove le proposte di legge vengono esaminate prima di arrivare in Parlamento. Ma in quell’occasione il centrosinistra aveva dimostrato che fare fronte comune senza indietreggiamenti e meline è il modo giusto di fare opposizione e alla fine la maggioranza di centrodestra aveva deciso di non votare l’emendamento che avrebbe di fatto chiuso la partita sul salario minimo, ma di rimandare la discussione per prendere tempo e portare in Aula una controproposta.
La questione sospensiva che rinvia tutto a 60 giorni è stata quindi approvata alla Camera. Tutte le opposizioni hanno votato contro, anche Azione di Carlo Calenda,127 no. Ma la maggioranza ha i numeri dalla sua e il rinvio della discussione passa senza problemi.
«È la rappresentazione plastica della fuga della maggioranza di fronte a un tema reale e a una proposta unitaria dell’opposizione» - ha protestato il segretario Pd Elly Schlein. «Ma dalla realtà non si può fuggire, dai 3 milioni e mezzo di lavoratori che sono poveri anche se lavorano non si può scappare. La povertà non va in vacanza, non conosce pause. La questione salariale attraversa e divide il Paese, ruba il futuro, deprime le prospettive. Vi è caduta la maschera, voi oggi state dicendo alle persone che della loro sofferenza ve ne frega. Noi saremo al loro fianco ogni giorno, in quest'Aula e nelle piazze, per portare avanti questa battaglia per un salario dignitoso di donne e uomini che lavorano nella Repubblica fondata sul lavoro, non sullo sfruttamento».
Dure anche le parole del leader del Movimento 5 Stelle, primo firmatario della proposta di legge per introdurre il salario minimo. «Si è fatto un gran parlare dell’apertura al dialogo di Meloni, sono rimaste al momento solo parole» - ha detto Giuseppe Conte. «Mentre aumentano mutui, benzina e carrello della spesa ci sono persone che lavorano dalla mattina alla sera per 4-5 euro lordi. Tajani ha detto che questa è una misura sovietica, ma dovrebbe sapere che in Europa 21 paesi su 27 hanno l’hanno adottata. Ha detto che non volete un salario minimo per i lavoratori, ma un salario ricco. Oggi sul salario minimo legale rimandato a dopo l’estate, sperando che gli italiani se ne dimentichino, ma il salario ricco è quello che avete riservato ai parlamentari e agli ex parlamentari. No al salario minimo, sì agli stipendi massimi per i politici».