Il presidente lo ha scritto in un telegramma di congratulazioni per i dipendenti dell'agenzia statale Rosatom. E Greenpeace lancia l'allarme sulla centrale di Zaporizhzhia in Ucraina: «Non è adeguatamente monitorata, si rischia una crisi senza precedenti»
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I lavoratori del settore nucleare russo stanno «introducendo tecnologie all'avanguardia nei settori dell'energia e dello spazio, nella medicina nucleare, nell'ecologia, nella modernizzazione della flotta delle navi rompighiaccio e nella creazione di armi avanzate capaci di mantenere l'equilibrio strategico nel mondo». Lo scrive il presidente russo Vladimir Putin in un telegramma di congratulazioni per i lavoratori di Rosatom, l'agenzia nucleare statale, in occasione della giornata a loro dedicata.
Il telegramma è riportato dall'agenzia di stampa Ria Novosti. «È importante che gli scienziati nucleari russi aumentino i contatti reciprocamente vantaggiosi con partner coscienziosi e affidabili all'estero», ha aggiunto il leader del Cremlino.
Da Greenpeace allarme sulla centrale di Zaporizhzhia
E intanto Greenpeace mette in guardia sulla sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande centrale nucleare d'Europa che si trova in Ucraina ma è attualmente occupata dai russi. In un documento inviato ai governi occidentali sostiene che l'Aiea non è in grado di monitorare adeguatamente l'impianto perché ha un numero insufficiente di ispettori - solo quattro - che tra l'altro devono sottostare a una serie di restrizioni nell'accesso.
«La missione dell'Aiea a Zaporozhzhia non è in grado di valutare in modo completo le operazioni militari russe a causa delle restrizioni imposte all'accesso e spostamento (degli ispettori) e perché necessita di una notifica preventiva; ma anche a causa delle dimensioni ridotte della squadra (quattro) e alle grandi dimensioni della centrale nucleare, la più grande d'Europa».
Greenpeace sostiene che l'Aiea «non è in grado di soddisfare i requisiti del suo mandato» ma non è disposta ad ammetterlo in pubblico: «L'Aiea rischia di normalizzare quella che rimane una pericolosa crisi nucleare, senza precedenti nella storia dell'energia nucleare, mentre nel contempo esagera la sua effettiva influenza sugli eventi sul terreno», scrivono Shaun Burnie e Jan Vande Putte, specialisti nucleari di Greenpeace.