L'edificio era chiuso dal 2010, quando durante dei lavori nel sottotetto fu rinvenuto il cadavere della giovane scomparsa nel 1993. Oggi viavai di fedeli e curiosi
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A oltre 13 anni dal ritrovamento nel suo sottotetto dei resti di Elisa Claps, la chiesa della Santissima Trinità a Potenza ha riaperto oggi i battenti, registrando peraltro un viavai di fedeli e curiosi. È avvenuto tutto con una decisione dell'arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, monsignor Salvatore Ligorio, che ha anticipato di molto le previsioni che indicavano il mese di ottobre come quello giusto per restituire al culto della comunità potentina lo storico monumento, chiuso dall'11 marzo 2010, il giorno dopo la scoperta del cadavere di Elisa (la ragazza era scomparsa il 12 settembre 1993 e fu uccisa quel giorno stesso).
Una decisione che è stata duramente contestata dalla famiglia Claps e in particolare dal fratello di Elisa, Gildo, che ha evidenziato «l'agire furtivo, come dei ladri» della Chiesa potentina. «Non sono sorpreso perché sono stati ladri di verità per trent'anni», ha aggiunto, augurandosi che i potentini «rispondano con il coraggio di non entrare in quella chiesa». La sua posizione critica sulla riapertura ha trovato l'appoggio di Libera Basilicata, che ha scritto: «Vedere quella porta aperta in maniera repentina, improvvisa, è l'ennesimo smacco, l'ennesima mancanza di rispetto alla memoria di Elisa. Chiedevamo solo dialogo, confronto e comprensione».
La chiesa, situata nel centro storico di Potenza, resterà aperta «per un congruo tempo» - ha precisato l'arcidiocesi - ogni giorno dalle 8.30 alle 12 e dalle 17 alle 20 per dare seguito all'invito di Papa Francesco a farla diventare «un luogo per la preghiera silenziosa, per l'adorazione, per la ricerca del conforto interiore e spirituale e per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita».