In coda all'anno scolastico si ripropone il malcostume delle raccolte fondi di centinaia di euro per acquistare i doni alle insegnanti. La legge però prevede precisi limiti: ecco cosa si rischia
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Il ventaglio dei regali è ampio. Si va dalla collana di perle al sempre gradito orologio, la spilla con brillanti, il vaso di cristallo. Gettonata anche la ceramica di pregio, in vendita nelle migliori gioiellerie. La conclusione dell'anno scolastico è una gioia per i ragazzi e una dannazione per i genitori. Quelli degli alunni di scuola primaria in particolare, impegnati nella raccolta di somme di denaro non secondarie, da spendere per soddisfare la bramosia delle maestre a cui, stipendio a parte, è di rigore riconoscere un premio supplementare per aver trattato bene i bambini, che poi sarebbe il minimo sindacale, ed aver quindi svolto, udite udite, il proprio lavoro.
La rivalità tra le sezioni
Tra una sezione e l'altra, poi, scatta inevitabilmente la gara a chi ce l'ha più lungo. Pardon, a chi può vantare il dono più costoso e di maggior prestigio. In questa corsa spasmodica, l'interesse verso i bambini passa in secondo piano. E anche quello verso le famiglie che a stento riescono a mettere insieme il pranzo con la cena. Ma pur di non essere classificati come reietti della società, molti preferiscono magari saltare il pasto e versare la loro quota, di norma compresa tra i 15 ed i 30 euro, anche con il sorriso sulle labbra. Per chi non si adegua alla massa, infatti, c'è il rischio della scomunica.
Le norme lo vietano
Ma dietro l'angolo c'è anche il rischio di infrangere la legge. Nel codice di comportamento dei dipendenti della pubblica amministrazione, vige il divieto di accettare regali salvo quelli di modico valore, indicativamente di costo inferiore a 150 euro. I trasgressori possono essere puniti con una sanzione pecuniaria o con una sospensione. Stessa sorte per i dirigenti scolastici in caso di omessa vigilanza sul divieto. Dunque, se proprio non si può fare a meno di donare un presente per festeggiare l'arrivo dell'estate, meglio pensare a piccoli oggetti, magari realizzati di proprio pugno dagli scolari. Oppure ad un acquisto utile non alla maestra ma alla didattica. I genitori dei cicli successivi ne saranno grati.