Gli uomini della Guardia di finanza hanno smantellato una rete di vendita abbigliamento e accessori contraffatti che venivano commercializzati attraverso Instagram
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Con un'operazione anti-contraffazione denominata "Fake shopping" la Compagnia della Guardia di finanza di Jesi ha smantellato una rete di vendita abbigliamento e accessori di lusso, prodotti contraffatti che venivano commercializzati da soggetti che usavano il social Instagram.
Sette persone denunciate per il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci, 1.400 clienti sanzionati (284 euro) e sequestri di prodotti con loghi falsi che riproducevano beni delle più note griffe, compresi nel 'menu' offerto, tra Louis Vuitton, Gucci, Chanel, Christian Dior, Hermes, Alexander McQueen, Dolce & Gabbana, Valentino, Stella McCartney, Christian Louboutin, Yves Saint Laurent. Per tentare di eludere i controlli delle autorità, in una prima fase sulla piattaforma social venivano inseriti link dedicati che pubblicizzavano prodotti analoghi a quelli delle grandi firme ma privi di marchio e senza indicazione del prezzo.
I potenziali clienti, dopo aver visonato su canali Instagram i prodotti privi di marchio, avevano contatti con i venditori tramite messaggistica Instagram e Whatsapp, durante i quali venivano svelati la vera natura dei prodotti contraffatti e i prezzi di gran lunga inferiori agli originali. Scelto il prodotto, il cliente procedeva al pagamento anticipato, prevalentemente con accredito su carte Postepay (ricarica o di bonifico); poi la consegna con corriere espresso con spedizione dall'Estremo Oriente.
Le indagini
Le indagini, coordinate dalla procura di Ancona, hanno permesso inizialmente di individuare un'abitazione nel Comune di Cupramontana (Ancona), dove una 27enne, non occupata e convivente con i genitori, aveva costituito la base delle proprie attività illecite: sequestrati uno smartphone, due hard disk contenenti migliaia di file relativi alle vendite illecite e un'agenda coni dati degli ordini. Ricostruita anche la posizione di altri appartenenti della rete di vendita in altri Comuni ubicati anche fuori della provincia di Ancona (Macerata, Palermo e Barletta-Andria-Trani): queste persone erano deputate a intrattenere i contatti con i fornitori dei prodotti, ubicati in Cina, Paese dal quale partivano le spedizioni della merce recapitate al domicilio dell'acquirente
Analizzando il materiale informatico e la documentazione acquisita, e attraverso gli accertamenti bancari, i finanzieri sono risaliti alle dinamiche, ai flussi delle vendite, alle modalità di ordine e pagamento, oltre che all'origine della merce contraffatta. Per fidelizzare i 'clienti' i venditori praticavano anche sconti e facevano campagne promozionali dedicate sui profili Instagram individuati, con la possibilità pure di richiedere la disponibilità di ulteriori articoli eventualmente non presenti fra quelli pubblicati.
Le indagini hanno fatto emergere centinaia di acquirenti sull'intero territorio nazionale che, in un arco temporale di circa 3 anni, dal 2017 al 2020, hanno acquistato prodotti di alta moda internazionale contraffatti: la ricostruzione degli ordini è stata effettuata incrociando i pagamenti ricevuti sulle carte prepagate in uso agli indagati: ne sono risultati 1.420.
Ai clienti è stata contestata la violazione amministrativa prevista, con applicazione della sanzione pecuniaria di circa 200 euro ogni singolo acquisto, per un totale pari a 284mila euro. Nel corso dell'operazione sono stati anche recuperati da alcuni acquirenti e sequestrati numerosi prodotti con marchio contraffatto, che erano già stati consegnati.