Il cardinale Angelo Becciu, al termine del processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato e la compravendita del palazzo di Londra (acquistato per oltre 300 milioni di sterline, venduto per 186), è stato condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione. La decisione è stata annunciata dal presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, alla lettura della sentenza.

Becciu, ex sostituto per gli Affari generali ed ex prefetto per le Cause dei santi - carica della quale era stato privato tre anni fa da papa Francesco insieme alle prerogative del cardinalato - era accusato di peculato, abuso d'ufficio e subornazione di testimone. Nei suoi confronti il promotore di giustizia Alessandro Diddi aveva chiesto la condanna a sette anni e tre mesi di reclusione. 

«Ribadiamo l'innocenza del cardinale Angelo Becciu e faremo appello», ha dichiarato il difensore di Becciu, avvocato Fabio Viglione, alla lettura della sentenza. «Rispettiamo la sentenza, ma certamente ricorreremo in appello», ha ribadito.

 Il Tribunale Vaticano ha disposto inoltre, la «confisca per equivalente delle somme costituenti corpo dei reati contestati per oltre 166 milioni di euro complessivi». Gli imputati sono stati condannati, in solido tra loro, «al risarcimento dei danni in favore delle parti civili, liquidati complessivamente in oltre 200 milioni di euro». 

 «Credo che l'impostazione abbia tenuto e questa per me è la cosa più importante, credo che in questi processi non bisogna mai esultare per il risultato, un pubblico ministero non può essere mai felice per le condanne, quello di cui sono soddisfatto è che il lavoro lungo e meticoloso ha retto nonostante le contestazioni che ci sono state mosse in questi anni, ci è stato detto che siamo degli incompetenti, degli ignoranti, in realtà il risultato ci dà ragione, adesso sono sereno, dormo tranquillo». Così il promotore di giustizia, Alessandro Diddi, alla lettura della sentenza in Vaticano.