Una vendetta plateale, che tutto il mondo ha potuto guardare “in diretta”, oppure un clamoroso (e sanguinoso) depistaggio per scomparire dalla scena come un prestigiatore che svanisce in una nuvola di fumo. Yevgeny Viktorovich Prigozhin, capo dei mercenari del gruppo Wagner, ex galeotto diventato miliardario, eroe della Russia per le battaglie in Ucraina e poi ribellatosi al potere di Vladimir Putin con il mini-golpe di giugno, sarebbe morto quando il jet privato su cui viaggiava si è schiantato tra Mosca e San Pietroburgo.

I primi a “confermarlo” sono state fonti della stessa Wagner, che sul canale Telegram Grey Zone hanno affermato che è stato «abbattuto dalla contraerea russa»: «Il capo del gruppo Wagner, eroe della Russia e vero patriota, Yevgeny Viktorovich Prigozhin, è morto a causa delle azioni dei traditori della Russia. Ma anche all'Inferno sarà il migliore! Gloria alla Russia!».

Leggi anche

L’abbattimento del velivolo è stato ribadito poi dall’Agenzia federale russa per il trasporto aereo. I 10 corpi (7 passeggeri e 3 membri dell’equipaggio) a bordo dell’areo precipitato dopo un’esplosione (non si sa se causata da un missile o da un ordigno a bordo) sono stati tutti recuperati. Il jet era decollato da pochi minuti da Mosca, quando è precipitato in una zona scarsamente abitata, dunque senza fare vittime a terra, circostanza che ha consolidato le ipotesi che l’abbattimento sia stato programmato.

A rendere la vicenda difficile da comprendere c’è la circostanza che negli stessi momenti in cui il jet veniva abbattuto, un altro areo ritenuto nella disponibilità della brigata Wagner è apparso sui radar per atterrare poi nei pressi di Mosca. Secondo alcuni osservatori, dunque, Prigozhin potrebbe aver inscenato la propria morte. Anche nel 2019, in Africa, venne dato per morto, per poi riapparire prima della guerra in Ucraina. 

Leggi anche

La prima reazione a livello internazionale è arrivata da Joe Biden, che ha puntato immediatamente il dito contro il Cremlino: «Non sono sorpreso - ha detto il presidente americano -. Non c'è molto di quello che accade in Russia in cui Putin non sia dietro. Ma non so molto al riguardo». Nessun dubbio nemmeno da parte di Kiev: «Putin non perdona nessuno», ha twittato il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak. Per poi aggiungere che «l'eliminazione dimostrativa di Prigozhin e del comando Wagner due mesi dopo il tentativo di golpe è un segnale di Putin alle élite russe in vista delle elezioni del 2024. Attenzione! La slealtà equivale alla morte».

Appena due giorni fa Prigozhin era apparso in un video mentre affermava di essere in Africa, dove la Wagner stava continuando a «svolgere i compiti assegnati» e i suoi miliziani stavano «conducendo attività di ricognizione e ricerca per rendere la Russia ancora più grande in ogni continente». Parallelamente, l’agenzia statale russa Ria Novosti ha confermato che è stato rimosso dal comando delle forze aerospaziali russe il generale Serghei Surovikin, dopo che negli ultimi due mesi erano circolate voci, mai confermate, di un suo siluramento e addirittura di un arresto per un presunto sostegno al tentato ammutinamento della Wagner.