Sono 333 le balene uccise in Antartide dalle baleniere giapponesi nell’ultima stagione di caccia, durata appena tre mesi. Di queste, 122 erano incinte e 114 ancora cuccioli.
È il bilancio presentato dall’International Whaling Commission, la Commissione internazionale per la caccia alle balene, la quale ha anche evidenziato come i metodi di caccia siano caratterizzati dall’utilizzo di arpioni muniti di granate, sistema cruento che spesso non uccide sul colpo il cetaceo ma lo fa morire in una lenta agonia.


I giapponesi, dal canto loro, si trincerano dietro la ricerca scientifica, giustificando la caccia con la necessità di stimare il contenuto degli stomaci delle balene per studiare le condizioni nutrizionali dell’animale.

Una versione che non convince le associazioni animaliste di tutto il mondo che parlano di vera e propria mattanza.