La scelta del nome in onore di San Francesco d'Assisi svelò da subito l'attenzione del Santo Padre nei confronti di ultimi, poveri ed emarginati. Un podcast ripercorre le tappe fondamentali di un Pontificato che sta rivoluzionando la Chiesa
Tutti gli articoli di Italia Mondo
PHOTO
«Vi prego di pregare il Signore perché mi benedica». Il 13 marzo 2013, Papa Francesco si affacciò dalla Loggia della Basilica vaticana e disse queste parole. Una frase, questa che, nel corso di dieci anni, ha accompagnato ogni singolo Angelus pronunciato dal Pontefice arrivato dall'Argentina.
Erano le 18.50 quando Jorge Mario Bergoglio superò il quorum dei 77 voti necessari per essere eletti al soglio che fu di San Pietro. Quando gli chiesero come avrebbe voluto chiamarsi, con grande stupore dei cardinali presenti, lui rispose: «Vocabor Franciscus».
Nessuno, nella storia della Chiesa, aveva fino a quel momento fatto una scelta del genere. I poveri, secondo la testimonianza di San Francesco d'Assisi, da quel momento avrebbero goduto del suo pensiero e del suo impegno quotidiano. Per celebrare l'anniversario del decennale, Papa Francesco ha scelto di realizzare un podcat pubblicato sul sito Vaticannews.it.
«Il tempo - racconta il Santo Padre in questo audio-articolo - è "pressuroso", va di fretta e quando tu vuoi cogliere l'oggi, è già ieri. Vivere così è una novità e in questi dieci anni ho vissuto in tensione». Il podcast dura in tutto meno di dieci minuti ed è stato registrato a Santa Marta.
Bergoglio ripercorre i dieci anni del suo pontificato e non ha dubbi su quelli che siano stati i momenti più intensi ed emozionanti: «Senz'altro l'incontro in piazza con i vecchi. I vecchi sono saggezza e mi aiutano tanto. Anch'io sono vecchio. I vecchi sono come il buon vino che ha una storia stagionata». Il Santo Padre poi passa ai momenti più brutti e dolorosi, racchiusi in una breve parola, guerra: «Non immaginavo che mi sarebbe toccato essere il Papa della terza guerra mondiale. Dietro le guerre, c'è l'industria delle armi e questo è diabolico».
Alla domanda sul regalo che gli piacerebbe ricevere per quest'importante ricorrenza, Papa Bergoglio risponde: «Come regalo vorrei la Pace, mi fa soffrire vedere i morti. Ragazzi, sia russi che ucraini non mi interessa, che non tornano più a casa». «Tre parole mi vengono in mente - continua il santo Padre nel podcast - fratellanza, pianto e sorriso. Bisogna ricomporre la fratellanza umana, senza avere paura di piangere e di ridere. Quando una persona sa piangere e sa sorridere, vuol dire che ha i piedi sulla terra e lo sguardo sull'orizzonte del futuro».
Durissime le parole che Papa Francesco ha pronunciato sulla tragedia di Steccato di Cutro e sulle vittime del naufragio tristemente abbandonate al loro destino.
Il messaggio | Papa Francesco torna sulla strage di Cutro: «I migranti meritano un’attenzione speciale»