L’attore pugliese designato dal Governo gialloverde prende il posto di Franco Bernabè nell'organizzazione culturale delle Nazioni unite: «Voglio portare il sorriso anche nei posti seri»
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C’è da augurarsi che all’Unesco il clima non sia particolarmente litigioso, perché dal nuovo rappresentante del governo italiano potrebbero arrivare espressioni cult del tipo «ti spezzo la noce del capocollo».
Lino Banfi, infatti, entra nella commissione nazionale dell’Unesco - l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura - presieduta da Franco Bernabè. Ad annunciarlo è stato il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio alla kermesse M5s sul reddito di cittadinanza. «Ne approfittiamo - ha detto dal palco Di Maio - per dare una notizia all'Italia che a me riempie di orgoglio: abbiamo individuato Lino Banfi perché rappresenti l'Italia nella commissione italiana per l'Unesco. Abbiamo fatto Lino Banfi patrimonio dell'Unesco».
Re dalla commedia sexy all’Italiana, mitico Oronzo Canà del film l’Allenatore nel pallone e poi, più recentemente, Nonno Libero in Tv, l’attore pugliese ha accolto con grande entusiasmo il nuovo incarico.
«Sono qui non solo per l’incarico che mi è stato conferito – ha detto Banfi – ma anche perché Conte è corregionale mio, è romanista come me, ed è presidente del Consiglio. Quando mi hanno chiamato ho detto "che c'entro io con la Cultura?”. I rappresentanti all'Unesco sono solitamente persone che si sono laureate, che conoscevano la geografia, le lingue. Io voglio portare il sorriso ovunque, anche nei posti seri».
Poi, rivolto a Di Maio: «Questo “raghezzo”, è bene che si sappia, mi volle conoscere già prima delle elezioni. Mi si presentò il giorno del mio compleanno a luglio, in una orecchietteria con un mazzetto di fiori. Potrebbe essere mio nipote come età, ma lui quando parla da solo ha 32 anni, quando parla con Conte e Salvini sembra ne abbia 55, e non ho capito perché lo fa».
Infine, tornando serio, ha raccontato come sia nata l’idea di inviarlo all’Unesco in rappresentanza dell’Italia: «A me Di Maio disse 'non me ne frega niente per chi voti, ma io ti devo questo tributo, perché hai fatto sorridere tre generazioni».