«L'arma è stata indicata, è stata repertata, sapremo tutto quanto all'esito». Lo ha detto l'avvocato della famiglia di Giulia Tramontano, Giovanni Cacciapuoti uscendo dal sopralluogo durante il quale è stato trovato il coltello che Alessandro Impagnatiello avrebbe usato per uccidere la fidanzata Giulia Tramontano nella loro casa di Senago

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Si tratta dell'arma che il barman 30enne ha detto di aver lavato e riposto dopo l'omicidio in un ceppo portacoltelli sopra il frigorifero della cucina. Poco prima avevano lasciato la casa senza rilasciare dichiarazioni anche il pm Alessia Menegazzo e il procuratore aggiunto Letizia Mannella. Il sopralluogo degli investigatori nell'abitazione era cominciato stamani a Senago in via Novella. Davanti alla casa tutte le tv per le dirette e una piccola folla di curiosi.

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L'abitazione si trova a poche centinaia di metri di distanza da via Monte Rosa, dove è stato trovato il corpo di Giulia. Il punto è diventato in questi giorni un luogo di pellegrinaggio e proprio ieri il sindaco Magda Beretta ha invitato i cittadini, in accordo con la famiglia Tramontano, a portare i loro omaggi attorno alla panchina rossa contro la violenza sulle donne, nel parco Falcone e Borsellino. Dopo l'arrivo dei carabinieri che hanno tolto i sigilli al l'appartamento, a mezzogiorno è arrivato il furgone della sezione scientifica che ha imboccato la rampa dei box. Quindi sono entrati nella casa il procuratore aggiunto Letizia Mannella e la pm Alessia Menegazzo. Poco prima era arrivato in via Novella anche l'avvocato della famiglia Tramontano, Giovanni Cacciapuoti.

In contemporanea, con il supporto dei vigili del fuoco, i carabinieri stanno cercando il cellulare di Giulia. L'oggetto, come Impagnatiello ha confessato, sarebbe stato gettato in un tombino alla fermata della metropolitana Comasina, a Milano. In uno dei tombini del parcheggio della stazione sono stati rinvenuti stamani la patente, il bancomat e la carta di credito.