Ancora sangue in California. A poche ore dalla strage nella sala da ballo di Los Angeles, un uomo ha aperto il fuoco e ha ucciso sette persone nell'area di Half Bay Moon, nella contea di San Mateo a sud di San Francisco.

Il killer è sotto la custodia degli agenti, che lo hanno trovato nel parcheggio di una stazione di polizia nelle vicinanze. L'uomo è stato identificato nel 67enne Zhao Chunli e le vittime, secondo indiscrezioni, sono contadini cinesi. «È stato fermato senza problemi e l'arma recuperata. Non c'è alcuna minaccia per la comunità», afferma la polizia. Chunli ha aperto il fuoco nel primo pomeriggio in due diverse località non distanti l'una dall'altra. I motivi del gesto folle non sono ancora noti e la polizia sta indagando per cercare di fare luce sull'accaduto.

«Due ore fa ero con i miei colleghi a una veglia per le vittime» della sala da ballo di Monterey Park, ma non c'è stato tempo per ricordarle che «si è verificata subito un'altra sparatoria di massa, questa volta a Half Bay Moon», twitta il deputato Marc Berman. Gli fa eco il senatore della California Josh Becker: «Farò il possibile per sostenere il Dipartimento dello sceriffo della contea di San Mateo e i funzionari di Half Moon Bay durante questi momenti difficili».

Per la California, lo Stato americano con le leggi sulle armi più dure, si tratta della seconda strage in poche ore. Dopo la sparatoria alla sala da ballo di Los Angeles, alcuni senatori democratici hanno introdotto provvedimenti per vietare le armi di assalto e innalzare a 21 anni l'età per l'acquisto di pistole e fucili. Iniziative che hanno incassato il plauso di Joe Biden. «Chiedo al Congresso di agire con urgenza e - ha messo in evidenza il presidente - far arrivare sulla mia scrivania il divieto delle armi d'assalto». 

E oltre alle due stragi in California, due studenti sono morti e un insegnante è stato ferito gravemente quando tre uomini hanno aperto il fuoco alla Starts Right Here, un istituto che aiuta i giovani che vivono in condizioni particolarmente disagiate a Des Moines, nell'Iowa. «Non è stato un atto causale: è stata un'azione mirata», ha affermato la polizia locale. Le indagini sono in corso e la polizia ha fermato tre sospettati a bordo di un'auto non lontano dalla scuola.