Li avrebbe uccisi perché non sopportava più il loro pianto. Sarebbe questo l’atroce movente del duplice infanticidio di cui è accusata una donna di 27 anni, Mia Bortolotti, nata in India e adottata da piccola da una coppia italiana. La donna, residente a Pedrengo (Bergamo), è stata arrestata ieri dai carabinieri.

È accusata di aver ucciso i suoi due figli, una bambina di 4 mesi, Alice, morta nel 2021 e un bambino di 2 mesi, Mattia, morto nel 2022. Inizialmente si era pensato che i piccoli fossero deceduti per cause naturali, ma la seconda morte aveva insospettito i carabinieri, che avevano avviato le indagini.

Leggi anche

La 27enne avrebbe agito perché non in grado di «reggere alla frustrazione del pianto prolungato dei bambini». Durante gli accertamenti non sono emersi problemi di natura psichica della donna, descritta dagli inquirenti come «lucida, ben orientata, con grande capacità di linguaggio, razionalizzazione e freddezza, caratteristiche palesate, tra l’altro, nell’organizzazione della propria difesa, dopo aver scoperto di essere sospettata dei due infanticidi». I bambini erano nati sani e «la morte - precisano i carabinieri – è verosimilmente avvenuta per asfissia, così da non lasciare sul cadavere segni esteriori visibili all’esame esterno, ma al tempo stesso compatibile con una condotta omicida».

Un inquietante episodio accaduto poche settimane prima della morte di Mattia, sembra aggravare gli indizi contro la madre. Nel settembre 2022, scrive il Corriere di Bergamo, la donna chiamò il compagno per dirgli che il bambino era cianotico e non respirava più. A salvarlo furono i medici dell'ospedale Papa Giovanni XXIII, dove il piccolo fu portato. Ora i carabinieri ritengono che quello fu un primo tentativo da parte della madre di uccidere il figlioletto.