Noa Pothoven, la 17enne olandese, aveva intenzione di morire e ha lottato con tutta sé stessa per farlo. La giovane non si sarebbe sottoposta ad eutanasia ma avrebbe deciso di rifiutare cibo e acqua. Troppo pesante il peso di quelle violenze sessuali subite da piccola. Era venerdì 31 maggio. Dopo tre giorni senza mangiare e bere, domenica dei medici le hanno somministrato una terapia palliativa contro il dolore. La giovane è entrata in coma, ma il suo corpo già debilitato non ha retto: è morta quello stesso giorno. Accanto a lei c’erano anche il fratello e la sorella.

La stampa olandese e britannica inizialmente aveva parlato di eutanasia, legale in Olanda, come pure il suicidio assistito, in certe condizioni. Ma Noa, a quanto si è appreso, aveva ricevuto un rifiuto quando si era rivolta autonomamente, l'anno scorso, ad una clinica specializzata dell'Aja. 

«Vi chiediamo di rispettare la nostra privacy»

Ieri la famiglia Pothoven ha diffuso un breve comunicato stampa in lingua inglese affidato al quotidiano locale Gelderlander, che aveva raccontato la storia di Noa e ne aveva annunciato la morte in modo corretto: «Noi, genitori di Noa Pothoven, siamo profondamente rattristati dalla morte di nostra figlia. Noa aveva scelto di non mangiare e di non bere più. Vorremmo sottolineare che questa è stata la causa della sua morte. È morta in nostra presenza domenica scorsa. Chiediamo gentilmente a tutti di rispettare la nostra privacy  per piangere il nostro lutto, come famiglia». Sul quotidiano olandese AD si dice poi che i genitori della ragazza desiderano che la morte della figlia «serva a migliorare l’assistenza fornita ai giovani vulnerabili dei Paesi Bassi». Gelderlander aggiunge anche che, nella fase finale, la ragazza è stata seguita da un’équipe medica.

I funerali

Il padre Frans e la madre Lisette, dopo averla vista soffrire per anni avevano accettato la sua decisione e, con il consenso dei medici che la seguivano, non l’hanno sottoposta all’alimentazione forzata come invece era avvenuto in passato. Hanno solo fatto il possibile per evitarle ulteriori sofferenze, standole vicini.

Oggi ci sarà il funerale, ad Arnhem, la sua città. Noa soffriva di anoressia, forme di autolesionismo e depressione, era stata ricoverata più volte senza riuscire a superare il dolore costante che era diventata la sua vita. Un malessere indicibile che la logorava dentro e che le aveva reso la vita un inferno.

Una tragedia intima che Noa aveva raccontato in un libro, pubblicato dopo essere stato premiato in un concorso letterario. Tre erano le violenze sessuali subite da bambina: la prima volta appena 11enne, poi di nuovo l’anno successivo, e infine ancora quando aveva 14 anni. Episodi di cui non aveva raccontato niente a nessuno «perché faceva ancora fatica a parlarne». Anche con la polizia, dove non ha sporto nessuna denuncia.

Il suicidio assistito

Il dramma degli abusi la spinse, due anni fa, a rivolgersi alla clinica Levenseinde all’Aja, chiedendo di sottoporsi a eutanasia o suicidio assistito.

«Pensavano che ero troppo giovane per morire. Pensavano che avrei dovuto completare la terapia per i miei traumi e che il mio cervello dovesse prima finire di crescere» aveva spiegato Noa dopo. Il Corriere riporta che da allora si sono moltiplicati i ricoveri psichiatrici (ha passato sei mesi in una clinica di Nijkerk su ordine di un giudice), è stata sottoposta ad alimentazione forzata quando il suo peso è sceso troppo, i genitori hanno chiesto invano che fosse curata con l’elettroshock, una forma di trattamento considerato a rischio e riservato in Olanda solo agli adulti.

Cure che non sono servite dare sollievo a Noa che, negli ultimi giorni di maggio, decide di salutare gli amici con un post su Instagram e  di interrompere alimentazione e idratazione: «L’amore è lasciare andare».

Papa Francesco: «una sconfitta per tutti»

«L'eutanasia e il suicidio assistito sono una sconfitta per tutti. La risposta a cui siamo chiamati è non abbandonare mai chi soffre, non arrendersi, ma prendersi cura e amare per ridare la speranza», ha twittato papa Francesco. Mentre per il Vaticano «la morte di Noa è una grande perdita per qualsiasi società civile e per l'umanità. Dobbiamo sempre affermare le ragioni positive per la vita», ha sottolineato la Pontificia Accademia per la Vita nel giorno cui i Cinque Stelle hanno presentato una proposta di legge per l'eutanasia, bandita al momento in Italia.

L’ispezione sanitaria del ministero della Salute olandese

Intanto, Il ministero della Salute olandese ha annunciato una «ispezione sanitaria» per fare chiarezza sugli ultimi giorni di Noa, sul tipo di cure che ha ricevuto e verificare se sia necessario aprire un’«indagine» e se nel «tipo di cure ricevute da Noa e se ci sia stato qualche errore» , nei trattamenti somministrati.

 

LEGGI ANCHE: Morire a 17 anni dopo uno stupro: l’Olanda dice ok all’eutanasia