Una cifra record quella patteggiata da Facebook con la Federal Trade Commission: l’antitrust statunitense ha stabilito che il più grande social network del mondo dovrà pagare cinque miliardi di dollari per risolvere la disputa sulle violazioni della privacy.

Una sanzione senza precedenti che vede sotto accusa - al centro del caso - la Cambridge Analytica, la società di raccolta dati che ebbe accesso illegale ai dati personali di ben 87 milioni di utenti Facebook. Informazioni usate per di più per scopi politici, visto che Cambridge Analytica lavorava nel 2016 per la campagna presidenziale di Donald Trump ed era legata all’allora capo stratega della Casa Bianca, Steve Bannon. I dati erano stati raccolti da Cambridge Analytica attraverso l'app thisisyourdigitallife, che utilizzò i profili degli utenti senza il loro consenso per fini elettorali.

Il social è inoltre accusato di non aver fornito informazioni sufficienti sulla possibilità di disattivare il riconoscimento facciale nel suggerire coloro da taggare nelle foto.

Zuckerberg promette nuovi standard

«Abbiamo raggiunto un accordo con la Federal Trade Commission sulla privacy. Abbiamo deciso di pagare una multa storica ma, ancora più importante, apporteremo alcune importanti modifiche strutturali al modo in cui costruiamo i nostri prodotti e in cui gestiamo questa società», ha commentato il fondatore e Ceo di Facebook Mark Zuckerberg, «abbiamo la responsabilità di proteggere la privacy delle persone. Lavoriamo già duramente per far fronte a questa responsabilità, ma ora stabiliremo uno standard completamente nuovo per il nostro settore».

L’accordo raggiunto tra la Federal Trade Commission e Facebook prevede anche la creazione di un comitato indipendente per la privacy: in caso di irregolarità o di false comunicazioni potranno essere adottate sanzioni. A Facebook viene inoltre richiesto di non usare a scopi pubblicitari i numeri di telefono ottenuti dai suoi utenti per motivi di sicurezza. L’accordo aveva già ricevuto il via libera dalla Ftc con tre voti a favore, quelli repubblicani, e due contrari, quelli dei due membri democratici.

L’obiettivo: cambiare l’intera cultura di privacy

La Ftc (Federal Trade Commission) ha affermato che la sanzione «è la maggiore mai imposta a una compagnia per violazione della privacy dei consumatori e quasi venti volte più pesante della multa più alta mai comminata per lo stesso motivo a livello mondiale». 

«L’obiettivo non è solo quello di punire ma soprattutto di cambiare l’intera cultura della privacy di Facebook, facendo così scendere il rischio di violazioni – ha detto il presidente della Ftc, il repubblicano Joseph Simmons -. Nonostante le ripetute promesse ai suoi utenti in tutto il mondo di poter controllare il modo in cui le loro informazioni personali sono condivise – ha aggiunto – Facebook ha minato le scelte dei consumatori». Rohit Chopra, uno dei due membri democratici della Ftc, non è invece soddisfatto. «Quando le società possono violare la legge, pagare multe salate ma continuare a essere in utile e a mantenere intatto il loro modello di utile, non si può cantare vittoria», ha spiegato. Rebecca Kelly Slaughter, l’altra democratica in commissione, ritiene che viste le ripetute violazioni di Facebook la Ftc avrebbe dovuto fare causa alla società e a Zuckerberg in modo tale da poter innescare quel cambio di comportamento che ci si aspetta dalla società.