L’imprenditore finì in carcere dopo il fallimento della sua azienda. È stato anche il patron del Parma calcio
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È morto a 83 anni Calisto Tanzi, imprenditore la cui parabola è legata alla crescita e alla caduta della Parmalat.
Personaggio molto popolare anche per essere stato patron del Parma calcio, la sua ascesa nel mondo della grande imprenditoria si interruppe in maniera drammatica con il crac del 2003 e i processi che ne seguirono e che gli costarono anche il carcere.
Dalla piccola azienda di famiglia al marketing
Tanzi era nato a Collecchio il 17 novembre del 1938. Diplomato in ragioneria, interruppe gli studi alla morte del padre per sostituirlo nella direzione di una piccola azienda familiare di salumi e conserve. La sua avventura di imprenditore è legata alla nascita dell'azienda del latte Parmalat che Tanzi tirò su dal nulla e fece diventare in un decennio un marchio internazionale. Aveva appena 22 anni quando fondò nel 1961 la sua impresa del latte prendendo la vecchia azienda del nonno, a conduzione familiare, e trasformandola in una multinazionale con oltre 130 stabilimenti in tutto il mondo.
Il suo approccio “moderno” gli fece comprendere che il grande salto verso i mercati internazionali poteva essere aiutato da una battente strategia di marketing, così destinò grandi investimenti alla promozione del marchio. Il nome dell'azienda, tra gli anni Settanta e Ottanta, fu portato in giro per il mondo dai campioni dello sci, della Formula Uno e poi del calcio. Tanzi acquistò il Parma calcio, appena arrivato in serie A, e lo trasformò in una squadra capace di vincere in Italia e in Europa. Cavaliere del lavoro nel 1984 (poi 'declassato' da Napolitano), investì nella sua città risorse ingenti per sponsorizzazioni e restauri.
La parabola di Parmalat
Nel 1973 il giro d'affari della Parmalat era pari a 20 miliardi di lire, saliti a ben 550 nel 1983. Negli anni Novanta arriva la quotazione in Borsa che di fatto nascondeva le prime difficoltà industriali e finanziarie. Ma da qui proseguirono le acquisizioni spericolate con un massiccio ricorso al credito e ai collocamenti obbligazionari che hanno coinvolto, e in molti casi ridotto sul lastrico, migliaia di piccoli risparmiatori. Non solo Parma Calcio, nella galassia di Calisto Tanzi girano una serie di società, come Parmatour e Odeon Tv, e quando mancano i soldi è la cassa di Parmalat a sborsare liquidi.
Le difficoltà maggiori per Tanzi cominciano nel 1999 quando acquisisce Eurolat dal gruppo Cirio di Sergio Cragnotti per un prezzo esorbitante, oltre 700 miliardi di lire, per consentire a Cragnotti di rientrare dei debiti con la Banca di Roma di Cesare Geronzi. Uno schema che, secondo gli inquirenti, si ripete anche quando nel 2002 Tanzi decide di comprare le acque minerali da Giuseppe Ciarrapico, anche lui indebitato con Banca di Roma.
Si pagano debiti contraendo altri debiti e nel 2003 Tanzi chiama al capezzale di Parmalat Enrico Bondi con lo scopo di risanare il gruppo ma il super-consulente subito si rende conto che Parmalat non potrà fare fronte al bond di 150 milioni di euro in scadenza di lì a poco. Il 27 dicembre dello stesso anno Tanzi viene arrestato e comincia così, dopo l'avventura economica, anche la vicenda giudiziaria. A dicembre 2010 arriva la condanna per Tanzi a 18 anni di reclusione per un crac da 14 miliardi di euro.